Le nostre vite in vendita. Il lato oscuro dei giganti del web

Le nostre vite in vendita
Il lato oscuro dei giganti del web

Il sogno di una rete libera, utile e democratica si è trasformato in un tritacarne che trasforma le nostre vite in dati monetizzabili. Poche corporations dominano Internet impedendo un uso pubblico dell’informatica

"Insano è frodare ma anche lasciarsi frodare"

Dal sogno al successo

1970

Il sogno della California

Steve Jobs inizia come hacker libertario nella California degli anni '70. Il sogno è un'informatica libera e senza censure

1997

Il rischio

Alla fine degli anni '90 Apple rischia il fallimento, nonostante l'invenzione di prodotti adorati dagli informatici come iMac

2001

Il modello

L'arrivo di iPod impone un nuovo modello. Vendere in Occidente prodotti di lusso fabbricati a basso costo in Cina

2000

Il vento del Pacifico

Ormai i sogni degli esordi sono stati messi da parte. I tech giants della costa del Pacifico impongono lo spirito disruptive: fare soldi distruggendo l’esistente

- Google e Facebook vogliono fare a pezzi pubblicità e media tradizionali.
- Airbnb alberghi e ospitalità

- Uber vuole cancellare tassisti e trasporto locale.
- Amazon librerie e negozi di quartiere

I desertificatori

Nonostante sia celebrato come il modello del futuro, ben presto la “new economy” mostra il suo lato oscuro.

Meno assunzioni rispetto all’economia tradizionale, delocalizzazioni dove conviene, zero tasse e la distruzione di attività locali

Un esempio: il giornalismo

“Basta guardare lo stato del giornalismo: Google e Facebook sfruttano entrate pubblicitarie record attraverso sofisticati algoritmi; giornali e riviste vedono fuggire gli inserzionisti, operano licenziamenti di massa, si privano di costosi giornalisti investigativi”
Nick Srnicek, docente di Digital Economy al King’s College di Londra

L'origine dei soldi

Ma Google e Facebook offrono in gran parte servizi gratuiti. Da dove arrivano i loro guadagni milionari?

2010

Le aziende tradizionali usavano i dati per produrre merci, oggi Google usa le merci per produrre dati

Le piattaforme si limitano a mettere in connessione: Facebook utenti e inserzionisti pubblicitari; Uber autisti e clienti; Amazon compratori e venditori

In breve, incrociano dati. I dati sono “il nuovo petrolio”

Molti dicono: cosa c’è di male? Le piattaforme raccolgono i nostri dati per offrirci pubblicità più pertinenti. Questo ragionamento andava bene finché non è scoppiato il caso…

Facebook / Cambridge Analytica

2018

Raccolta

Cambridge Analytica ha raccolto su Facebook e venduto impropriamente i dati di milioni di utenti

Consulenza

Si tratta di un’azienda di consulenza che ha lavorato per politici come Donald Trump. È accusata di aver sottratto milioni di profili, per analizzarli e fornire ai politici suoi clienti strumenti di propaganda elettorale estremamente efficaci

Politica

Questa vicenda ha mostrato che la raccolta dei nostri dati non è usata soltanto per finalità di marketing, ma anche per manipolazioni elettorali

Come avviene la manipolazione?

Con la psicometria

La psicometria studia il comportamento a partire dai numeri. Per anni è stata considerata una pseudo-scienza. I suoi sostenitori ribattevano: diventerà una scienza quando avremo dati sufficienti. Oggi ci sono dati sufficienti

Manipolazione

Le aziende non si limitano alla compravendita dei nostri dati. Grazie alla psicometria possono manipolare il nostro comportamento spingendoci a fare un acquisto oppure a votare un candidato.

Un esempio

  • Raccolta dei dati
  • Definizione del segmento degli "ansiosi"
  • Pubblicazione in evidenza di post sui “crimini degli immigrati”
  • Sponsorizzazione di candidati della destra xenofoba
Le notizie false nascono per assecondare l'algoritmo di Facebook che premia i click

Google vende la vita delle persone

Google nasce come un motore di ricerca rapido e gratuito. Con la nascita di AdWords, crea un nuovo modello pubblicitario: il comportamento umano diventa “una merce da comprare e vendere sul mercato”
Dietro servizi gratuiti di alto livello, c'è un’agenzia pubblicitaria specializzata nella raccolta di enormi quantità dati personali, nel tracciamento e nella segmentazione
Come funziona

L’era della sorveglianza

“In questo anni, abbiamo visto tanti servizi digitali gratuiti e abbiamo pensato: ‘Stiamo facendo un compromesso ragionevole cedendo in cambio dati preziosi’”.

“Ma ora il rapporto si è invertito. Le aziende hanno deciso che noi siamo gratis, cioè che possono prendere la nostra esperienza gratuitamente e tradurla in dati comportamentali. Così siamo diventati la loro materia prima”
Shoshana Zuboff, autrice di The Age of Surveillance Capitalism

Il lavoro gratuito

Come è possibile fatturare 17,93 miliardi l’anno con soli 20mila dipendenti fissi? 

* dati 2015

La risposta è semplice. Grazie a 1,86 miliardi di lavoratori invisibili, cioè tutti noi che ogni giorno carichiamo contenuti e creiamo metriche pubblicitarie senza rendercene conto

Tutti gli utenti di Facebook sono 'assunti' – senza saperlo e senza compenso – nella fabbrica dell’intelligenza artificiale

Nel quarto trimestre del 2016, l’azienda di Mark Zuckerberg ha guadagnato 4,83 dollari per utente.

La foto del mio gatto

“Se carico la foto del mio gatto, visualizzerò con ogni probabilità inserzioni di cibo per animali.

Ma se carico la foto alle 4 del mattino, potrei essere inserito nel segmento dei nottambuli e ricevere pubblicità di prodotti contro l’insonnia”
Antonio Casilli, ricercatore

Il progetto Maven

2015-2020

Gabriela Rojas-Lozano, una signora del Massachusets, ha denunciato Google per averla fatta lavorare gratis. Si apriva così il caso del ReCaptcha. Ovvero un sistema di sicurezza contro gli accessi non autorizzati. Strani caratteri sghembi da trascrivere. In questo modo Google, col lavoro gratuito degli utenti, aveva addestrato i software OCR, quelli che trasformano le scansioni dei libri in testo digitale.

Fin qui una scelta discutibile ma nulla di più. Col tempo, però, è venuto alla luce il Progetto Maven. Un programma che insegna ai droni militari a riconoscere un veicolo in volo. Basato sull’intelligenza artificiale “addestrata” da milioni di utenti inconsapevoli di lavorare per l’industria militare

L'intelligenza artificiale

1769

Il turco meccanico

Wolfgang von Kempelen, inventore ungherese, nel 1769 presentò all’imperatrice Maria Teresa d’Austria un automa capace di giocare a scacchi. Riuscì a riprodurre movimenti e anatomie.

Ma l’intelligenza artificiale no: risultò impossibile. Eppure l’automa impressionava le corti d’Europa. Sarebbe stato Edgar Allan Poe a svelare il mistero in un articolo del 1836. Dentro l’automa era nascosto un uomo molto basso. Il Turco meccanico.

2021

Il turco meccanico

Oggi Amazon, con ironia, chiama così uno dei suoi programmi più ambiziosi. Una piattaforma che da anni offre microtask, cioè piccole operazioni ripetitive. E le paga pochi centesimi di dollaro. Qualche esempio: trascrivere il contenuto di un video; annotare i segni particolari di una faccia mostrata in un’immagine; trascrivere dati elettorali da un pdf. Al momento ci sono quasi mezzo milione di microattività online. Così si costruisce l’intelligenza artificiale.
Cosa possiamo fare?

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Cosa possiamo fare?

Cosa possiamo chiedere come collettività?

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