La storia interattiva di un rifugiato: un gioco didattico per vivere in prima persona l’esperienza di chi lascia il proprio paese per costruire un futuro migliore
Il tuo nome è Seikou, hai 21 anni. Sei nato nella periferia di Dakar. Stai cercando un lavoro, ma da mesi non riesci a trovare nulla. I tuoi amici mandano foto dall'Europa, ormai sono partiti tutti. Tua madre è l'unica a trattenerti. I tuoi parenti, invece, stanno raccogliendo i soldi per il viaggio.
Ti trovi in un limbo dove non c'è altro da fare: aspettare, aspettare...
Hai fatto domanda all'ambasciata italiana, ma è subito chiaro che hai pochissime possibilità. Praticamente nessuna. Ti dicono che non si rilasciano visti per lavoro, ma puoi fare domanda e aspettare. Quanto? Non si sa.
Arrivi in Libia dopo un lunghissimo viaggio attraverso il Niger. Ti hanno avvertito. Il paese nordafricano è un posto molto pericoloso.
Sei imprigionato in un centro informale gestito da una banda di miliziani. È un luogo da incubo. Ti hanno detto che puoi uscire solo pagando.
Ce l'hai fatta! Sei arrivato sulla costa della Libia. Hai trovato una barca pronta a partire. Di notte prendi il largo insieme ai tuoi compagni.
Tua madre ha raccolto i soldi presso i parenti e li manda ai miliziani
Sei arrivato in Italia. Ma in maniera irregolare.
Dopo aver lasciato le impronte, sei costretto a rimanere in Italia.
Presenti la domanda d'asilo
Adesso puoi iniziare una nuova vita. Anche se sono passati cinque anni dal tuo arrivo in Italia
Ricomincia la storia dall'inizio »Fai ricorso in Tribunale e aspetti. L'attesa dei documenti può durare anche 3 anni
Ottieni un documento » La risposta è negativa »Non hai più nessuna possibilità di diventare regolare, sei quello che chiamano con disprezzo un "clandestino", ma non è certo colpa tua. Nessuno può assumerti con un contratto e non hai nessun diritto. Ricomincia la storia dall'inizio »
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