Carmelo Cocuzza, vetrinista siciliano ed ex lavoratore nella base di Sigonella, ha fatto sequestrare un supermercato del governo Usa che vale un miliardo. Licenziato nel 2000 (lavarova in un market interno gestito dal Defense Commissary Agency), ha lottato per anni fino ad ottenere giustizia.
La sentenza risale a due anni fa ma è diventata esecutiva solo da qualche giorno: il Tribunale ha ordinato il reintegro del posto di lavoro e il sequestro dei beni del market. Dalla vendita dei beni (circa un miliardo di valore) si dovranno trovare i seicentomila dollari per risarcire il lavoratore.
“È stato triste – commenta l’avvocata di Cocuzza – essere stati costretti a pignorare un bene di un governo straniero per avere quello che da due anni dei giudici italiani hanno stabilito con una sentenza definitiva. La legge deve essere uguale per tutti, e anche i governi stranieri devono rispettare le norme italiane in Italia”.
La notizia è arrivata negli Stati Uniti, molte testate legate al mondo militare hanno evidenziato il paradosso dei militari che non possono acquistare i beni alimentari sequestrati. Su Facebook la Us Navy ha annunciato nuovi rifornimenti.
Ovviamente la questione è più complessa e ripropone il tema dello status giuridico della base di Sigonella. “Military Times”, sito web Usa, si chiede se un cittadino italiano possa reclamare diritti su beni di un governo straniero.