Rosarno. Basta aggressioni contro i lavoratori stranieri

  Tre lavoratori - due del Burkina Faso e uno del Mali - sono stati aggrediti da sconosciuti mentre rientravano nella tendopoli di San Ferdinando, dove ad oggi più di mille braccianti vivono in condizioni disumane.
Condividi su print
Condividi su email
Condividi su whatsapp
Condividi su facebook
La rivolta di Rosarno del 2010

Rosarno, 23 dicembre 2015Sos Rosarno, Medici per i Diritti Umani (Medu) e la Parrocchia del Bosco di Rosarno, nella figura di Don Roberto Meduri, esprimono preoccupazione e indignazione per le aggressioni verificatesi in queste settimane nella Piana di Gioia Tauro contro i lavoratori stranieri giunti in Calabria per la stagione agrumicola.

Da Novembre 2015 ad oggi sono già tre i casi emersi in base alle testimonianze che gli operatori della clinica mobile di Medu e Don Roberto Meduri hanno raccolto direttamente dalle vittime.

Si tratta di tre lavoratori – due del Burkina Faso e uno del Mali – aggrediti da sconosciuti mentre rientravano nella tendopoli di San Ferdinando, dove ad oggi più di mille braccianti vivono in condizioni disastrose.

Secondo le testimonianze, la dinamica pare essere stata la medesima: tra le 18 e le 20, quando l’illuminazione nell’area industriale era pressoché assente, dei malviventi in macchina, sporgendosi dal finestrino dell’autovettura, hanno ferito con una spranga di ferro i ragazzi che stavano rientrando a piedi o in bicicletta.

Due delle vittime, condotte al Pronto Soccorso, hanno riportato un trauma alla testa. Uno di questi ha già sporto denuncia ai Carabinieri. In entrambi i casi il medico del team di Medu ha potuto obiettivare direttamente le lesioni subite dai giovani braccianti.

Ricordando i numerosi episodi di violenza avvenuti nella Piana negli anni scorsi, alcuni dei quali portarono alla cosiddetta “rivolta di Rosarno”, Sos Rosarno, Medici per i Diritti Umani e la Parrocchia del Bosco di Rosarno fanno appello alla società civile e alle istituzioni locali affinché tali vergognosi atti non abbiano a ripetersi.

Gli stessi chiedono inoltre che vengano messe in atto misure immediate per garantire la sicurezza ai braccianti, contrastare il lavoro nero dilagante nonché per porre fine alle indegne condizioni di vita in cui sono costretti a vivere i lavoratori che trovano impiego nelle campagne della Piana per 25 euro al giorno.

Le condizioni di vita dei braccianti oggi © Foto Medu

Leggi il comunicato di SOS Rosarno

 Questa storia è stata letta 4577 volte

Suggeriti per te:

Condividi su facebook
Condividi su email
Condividi su whatsapp

Laterza editore

Lo sfruttamento nel piatto

Le filiere agricole, lo sfruttamento schiavile e le vite di chi ci lavora


Nuova edizione economica a 11 €

Lo sfruttamento nel piatto

Ricominciano le presentazioni del libro! Resta aggiornato per conoscere le prossime date