Progetto Maven. L’algoritmo di Google lavora per i droni Usa

Debra Sweet © Flickr Protesting for Drone Victims - May 17, 2012 Downtown Chicago
  Google non smentisce né conferma. Ma i suoi algoritmi di intelligenza artificiale sarebbero già nella disponibilità del Dipartimento della Difesa Usa per l'addestramento dei droni. L'automazione è considerata un'arma strategica al pari di quelle nucleari negli anni '40.
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Google si è silenziosamente assicurato un contratto per lavorare sulla nuova iniziativa del Dipartimento della Difesa Usa: un algoritmo bellico fornirà assistenza ai droni, che individueranno i loro obiettivi grazie a un progetto pilota di intelligenza artificiale (AI).

L’accordo con i militari passa attraverso una società della Virginia del Nord chiamata ECS Federal.
Il contratto – secondo quanto riporta Gizmodo – fa parte di un’accelerazione del Pentagono che vuole usare il meglio dell’intelligenza artificiale per aumentare le performance nei combattimenti.

Google ha fatto molti passi avanti nelle sue tecnologie proprietarie, dalle traduzioni al riconoscimento facciale. Adesso un suo team starebbe collaborando al progetto di intelligenza artificiale per i droni.

Il gruppo di lavoro, secondo quando appreso da Intercept, sta lavorando a una tecnologia di deep learning per aiutare gli analisti dei droni a interpretare l’enorme mole di dati (quasi sempre immagini) raccolti dalla flotta USA che conta 1100 droni. Il primo obiettivo? Indirizzare meglio i bombardamenti contro lo Stato islamico.

La corsa per adottare tecnologie di Intelligenza artificiale all’avanguardia è stata annunciata nell’aprile 2017 da Robert Work, all’epoca segretario di Stato alla Difesa. Il politico svelò l’ambizioso piano chiamato “Algorithmic Warfare Cross-Functional Team”. Nome in codice “Project Maven”.
L’iniziativa, scrive Work, è pensata per accelerare “l’integrazione di big data e machine learning del Dipartimento della Difesa” e “trasformare l’enorme volume di dati disponibili in intelligenza ‘azionabile’ e dati ad alta velocità”.

La prima fase del Progetto Maven, che incorpora gruppi di lavoro in tutto il Dipartimento della Difesa, è l’automazione, l’identificazione e la classificazione di immagini scattate dai droni: auto, edifici, persone. Secondo obiettivo, fornire dati per prendere decisioni sul campo di battaglia.

“La tecnologia contrassegna le immagini per la revisione umana ed è esclusivamente dedicata per usi non offensivi”, ha detto a Bloomberg un portavoce di Google. “L’uso militare del machine learning solleva naturalmente preoccupazioni valide. Stiamo attivamente discutendo questo importante argomento internamente e con altri soggetti, mentre continuiamo a sviluppare politiche e garanzie intorno allo sviluppo e all’uso delle nostre tecnologie di apprendimento automatico”.

L’idea è di fornire essenzialmente uno strumento di raccomandazione, in modo che il programma AI possa individuare punti di interesse attorno a un tipo di evento o obiettivo. In questo modo gli analisti dei droni potranno lavorare in modo più efficiente.

Il Dipartimento della difesa ha annunciato lo scorso anno che l’iniziativa AI, poco più di sei mesi dopo essere stata annunciata, è stata utilizzata da analisti dell’intelligence per attacchi di droni contro ISIS in una località sconosciuta in Medio Oriente.

Gregory C. Allen, membro aggiunto del “Center for New American Security”, afferma che l’iniziativa ha caratteristiche insolite, dal suo rapido sviluppo al livello di integrazione con i contractors.

“Gli sviluppatori hanno dato l’accesso agli utenti finali molto presto nel processo. Hanno riconosciuto che [con] i sistemi AI […] devi capire che cosa avrebbe fatto l’utente finale”, ha detto Allen. “L’esercito ha tanti esperti nell’analisi delle immagini dei droni: ‘Queste sono le parti del mio lavoro che odio, ecco cosa mi piacerebbe automatizzare.’, dicono. L’automazione è molto familiare nel mondo del software commerciale, ma non nel mondo della difesa.”

“Erano orgogliosi dei progressi e della qualità del progetto”, ha aggiunto Allen, co-autore di “Intelligenza artificiale e sicurezza nazionale”, un rapporto scritto per U.S. Intelligence Advanced Research Projects Activity.

Mentre il contratto con Google è rimasto nascosto fino ad oggi, i leader di Project Maven non sono stati timidi nella collaborazione con la Silicon Valley, per sfruttare le potenzialità della AI nata per scopi commerciali.

Non molto tempo dopo la formazione del “Defense Innovation Board” (DIB), creato nel 2016 per incoraggiare l’adozione militare di tecnologie innovative, il consiglio ha emesso una serie di raccomandazioni che sottolineavano l’importanza dell’adozione dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, sottolineando che oggi la superiorità tecnologica tramite AI è tanto importante quanto “le armi nucleari negli anni ’40 e poi le armi teleguidate e la tecnologia stealth”.

Il DIB – copresieduto da Eric Schmidt, ex presidente esecutivo di Alphabet, la casa madre di Google – raccomandava “un programma di scambio e collaborazione con esperti del settore e accademici nel campo”.

Il generale John N.T. “Jack” Shanahan, direttore dell’ufficio che sovrintende al progetto Maven, ha scherzato alla conferenza di GeoINT2017. “All’estremità opposta della scala, vedo Google. Non mi dicono cosa hanno, ma forse qualcuno di loro vuole dirmelo all’orecchio più tardi”.

 

Traduzione dell’articolo Google is quietly providing ai technology for drone strike targeting project, The Intercept

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