Percorsi nel sito

Luoghi, storie, persone. Percorsi guidati negli argomenti di cui abbiamo parlato. Dal 1999 ad oggi

1. Migrazioni

Centri di espulsione

Nell’immaginario collettivo i Centri di espulsione sono luoghi crudeli ma necessari che servono a “riportare al loro paese” i migranti in eccesso o socialmente pericolosi. Nella realtà sono luoghi crudeli, dove sono violati i diritti umani. Costosi, perché ogni anno si spendono decine di milioni di euro. Inutili, perché la macchina delle identificazioni non funziona

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Naufraghi

Il percorso più pericoloso al mondo per i migranti. È il Mediterraneo, il mare cimitero. Che nasconde le sue storie. Storie che gridano giustizia

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Dis-integrati

All’inizio del 2011 il governo Berlusconi proclamava l’emergenza Nord Africa. Pieni poteri alla Protezione civile, stato di eccezione e un sistema parallelo di centri che ignora il modello Riace. L’Italia non è in grado di gestire i profughi. Solo di metterli ai margini.

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Ruspe o biberon

In Italia il dibattito sulle migrazioni è paralizzato dalla dicotomia tra “ruspe” (dobbiamo cacciarli) e “biberon” (dobbiamo assisterli).
È possibile andare oltre gli slogan da social?

eritrei a lampedusa

Il mercato degli uomini

Cos’è l”immigrazione nel Mediterraneo? Sbarchi e frontiere chiuse? Non solo. La gestione dei migranti è anche una gigantesca partita tra Europa e stati africani e asiatici. Un mercato di uomini e risorse, uno scambio dove gli esseri umani sono una delle tante variabili

L'invasione senza invasori

I professionisti della paura continuano a giocare su un’illusione ottica. Lanciano l’allarme sui migranti che arrivano e ignorano sia quelli che transitano sia quelli costretti a rimanere nei nostri confini

2. Luoghi

Rosarno

Non c’è un posto in Italia come Rosarno, che come Rosarno riassuma i drammi e le contraddizioni della nostra epoca. Dall’economia globale a quella criminale, dalla mafia alle migrazioni. Incontreremo lavoratori marginali inseriti in un contesto mafioso moderno ed arcaico, leggi razziste che producono marginalità fino al lavoro servile. E una terra per nulla immobile, raccontata da Giuseppe Lavorato: dalla grande stagione dell’occupazione delle terre all’omicidio Valarioti fino alle lotte di massa contro la mafia

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Ragusa

Provincia di Ragusa. Le serre si distendono a perdita d’occhio. Migliaia di donne romene lavorano in campagna. Spesso con i figli piccoli. Nel totale isolamento subiscono ogni genere di violenza sessuale. Una realtà fatta di aborti, “festini” e ipocrisia

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Saluzzo

Dal 2011 a Saluzzo i migranti impegnati nella raccolta della frutta vivono accampati. Ma non siamo nel Sud. Questo è uno dei distretti agricoli più ricchi d’Europa

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Piana di Sibari

Metà delle clementine consumate in Italia si producono in questa zona, tra Corigliano e Schiavonea. È un territorio di violenza estrema e di sfruttamento selvaggio. Eppure è fuori dall’osservazione dei media e dall’interesse dell’opinione pubblica.

Foggia

Richiedenti asilo, diniegati, ricorrenti, migranti che vivono nei ghetti. È la base per la raccolta del pomodoro, una produzione industriale che ha nella provincia di Foggia il proprio epicentro

Lampedusa

“L’avamposto dei disperati” dove sbarcano le carrette del mare. L’esodo biblico. L’invasione. Nel corso degli anni Lampedusa è diventato un luogo dell’immaginario, anziché un posto reale. I media propongono un vocabolario sempre uguale. Perché a Lampedusa non si racconta quello che succede realmente, ma un soggetto televisivo

3. Lavoro

Rider

I rider sono la punta dell’iceberg della gig economy. Presentati come “lavoretti per studenti”, coinvolgono i lavoratori poveri, formalmente autonomi, spesso di mezza età o migranti. Hanno il peso di un debito o del permesso di soggiorno. Dopo la crisi del 2008 le multinazionali – 50 società con una manciata di dipendenti – hanno “investito” anche in Italia. Sfruttando la disperazione

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Logistica

Nei grandi piazzali del Nord Italia avvolti dalla nebbia e nei picchetti alle cinque del mattino è nata una nuova generazione di sindacalisti. Sono migranti da tempo in Italia, consapevoli della loro importanza. Non tollerano sfruttamento e umiliazioni razziste. Non hanno paura delle multinazionali. Spesso le sconfiggono

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Dietro l'etichetta

I ghetti, le baraccopoli, i morti nei campi e i caporali. Ecco come si produce il made in Italy. Ma quali sono le cause? Una serie di inchieste ricostruiscono il percorso dei frutti dai campi agli scaffali dei supermercati

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Laterza editore

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