Nel novembre 2015 è diventata pubblica la notizia secondo cui la catena di produzione del pesce in Tailandia è macchiata da forme di moderna schiavitù, che riguardano in particolare i migranti.
La denuncia nasce dal rapporto della ong Verité.
Oggi il Guardian rivela che Nestlé ammette il fatto. Migranti molto poveri sono adescati con false promesse e poi costretti a lavorare in condizioni durissime. Il pesce finirebbe poi nella catena di produzione della multinazionale svizzera.
Leggi il rapporto (in inglese)