Mafia Capitale? Gli orrori della metro? I rifiuti? La decadenza di Roma è espressa in pochi metri quadri. Quelli di Via Veneto, la celebre via ricostruita da Fellini a Cinecittà e diventata un classico dell’immaginario mondiale.
Ripercorsa oggi, in una notte estiva, mostra nell’ordine:
- un cantante di piano bar che si esibisce di fronte a trenta tavolini vuoti
- un ristorante-acquario dove i camerieri battono le mani e si agitano per tenere allegri quattro clienti
- una serie di anziani mediatori con camicia a righe e capelli impomatati che offrono “localini” ai passanti (nella via parallela ci sono tristissimi strip bar)
- il dehors del Café de Paris, tristemente abbandonato dopo il sequestro del 2009, quando si scoprì che il locale simbolo della “Dolce Vita” era intestato a un barbiere di un paese dell’Aspromonte
- in realtà i veri proprietari erano gli Alvaro di Platì, paese tristemente noto per i sequestri di persona.