Nel piatto che hai di fronte ci sono le urla di Becky, mentre la baraccopoli da duemila persone le brucia intorno. Ci sono i denti di Dominic, che battono di febbre mentre muore in una tenda nella campagna calabrese e pensa che è sfuggito alla guerra in Africa per morire in Europa. Ci sono le lacrime di Luana, che sopporta lo sfruttamento sessuale in una serra siciliana per regalare una vita migliore ai figli.
Nei nostri piatti ci sono le squadre di razzisti con bastoni e taniche, i padroni che non pagano dopo una stagione di sudore, le gabbie burocratiche che creano lavoratori senza diritti. Questa è l’eccellenza del cibo italiano: produrre con lo sfruttamento e chiamarla “emergenza”.
Questo libro è un viaggio da Nord a Sud: Asti, Saluzzo, Chianti, Foggia, Rosarno, Vittoria. Nelle serre e nei ghetti. Tra pomodori, vino, arance e mele. In mezzo a contadini e multinazionali. Alla scoperta dell’orrore dietro l’etichetta del supermercato.