Si chiamava Singh, aveva appena 24 anni e faceva il bracciante nelle campagne della piana di Fondi.
Ha deciso a suo modo di uscire dalla sua condizione sociale attraverso il gesto più estremo immaginabile, quello del suicidio. Si è infatti tolto la vita nella giornata di martedì mattina impiccandosi con il filo bianco di un’antenna televisiva nella sua abitazione privata.
Emarginazione, segregazione sociale e violenze sono il pane quotidiano per migliaia di braccianti originari dello Stato indiano del Punjab. Come molti suoi compagni, Singh era stato probabilmente vittima della tratta internazionale a scopo di sfruttamento lavorativo, sottoposto alla volontà diretta di un caporale, a volte anche indiano, che lo obbligava ad accettare una paga oraria di circa 3,5 euro al giorno per lavorare anche quattordici ore senza sosta.