Il caso di Ram Lubhaya, l’indiano accusato di aver tentato di rapire una bambina di 5 anni in una spiaggia del ragusano a Ferragosto, si è concluso con una sentenza di non luogo a procedere. Per i legali “resta solo il rammarico di non potere informare il signor Lubhaya. Sarà difficile per lui sapere che non si è proceduto nei suoi confronti”.
In effetti sarà parecchio complicato: a inizio settembre “il presunto rapitore” è stato espulso dall’Italia per aver “leso la pacifica convivenza della nostra società” – regalando al ministro Alfano l’ennesimo “grande successo”.
Chiarisco un punto: su Lubhaya pendeva un precedente decreto di espulsione perché gli era scaduto il permesso di soggiorno. Decreto che è stato reiterato dopo le polemiche sul caso del “presunto rapimento”. L’espulsione, comunque, è stata giustificata dal ministro Alfano come “necessaria per aver leso la pacifica convivenza della società”. Insomma: per assecondare una psicosi collettiva si è fatta passare una persona senza permesso di soggiorno per un rapitore di bambini.
(Per una ricostruzione della vicenda: goo.gl/WAv6ZC)
Commento di Claudia Torrisi da Facebook