L’accoglienza di cui parlano tutti – senza essere informati – ha due scopi:
- ospitare chi è in attesa di risposta alla richiesta d’asilo (massimo 30 giorni);
- integrare chi ha avuto una risposta positiva (6 mesi).
Trenta giorni per una risposta, sei mesi per integrarsi in Italia. Questi i tempi stabiliti dalla legge. Invece c’è chi aspetta anche tre anni in un limbo fatto di burocrazia e disorganizzazione. In pratica, senza poter lavorare con un contratto (chi assumerebbe qualcuno che potrà essere espulso?).
L’attesa si consuma nei vari centri di accoglienza, ordinari e straordinari.
Ripagare
Dunque chi ci trova nei centri non deve ripagare gli italiani di nulla. L’Italia ha firmato la Convenzione di Ginevra, come quasi tutti gli stati del mondo. È quindi obbligata a esaminare le richieste di asilo di chi arriva sul territorio.
Potrebbe farlo bene, rispettando i tempi indicati dalle stesse leggi. Invece lo fa male, prolungando i tempi di permanenza nel sistema di accoglienza.
Le vittime (della guerra e della burocrazia) non hanno colpa.
L’infografica
Nell’infografica qui di seguito il percorso seguito dai richiedenti asilo in Italia: