Trapani – «I respinti hanno dormito nelle piazze su una panchina al freddo e senza avere la possibilità di mangiare». Ecco il risultato delle politiche europee e degli hotspot. Una vera fabbrica dell’irregolarità.
«Tutti i migranti con cui abbiamo parlato ci hanno raccontato che non hanno avuto la possibilità di richiedere asilo, e che anzi, i funzionari presenti intimavano, senza nessuna spiegazione, di firmare i fogli in modo tale da poter andare via dal centro, ma senza specificare che dovevano andare via anche dall’Italia».
Dopo un tampone (una palestra), il retrofront: si torna all’hotspot di Trapani. Le stesse istituzioni riconoscono l’assurdità della situazione.
Se qualcuno chiedeva spiegazioni prima della firma veniva liquidato con un “no problem”
Ecco il commento di una volontaria: «Se non lo vedessimo con i nostri occhi, verrebbe difficile credere a quello che sta combinando l’Italia. Si fabbrica ‘clandestinità’, consapevolmente.
Un essere umano che appena arrivato dopo un viaggio attraverso il deserto, la Libia e il mare, viene respinto con un foglio di cui non comprende neanche il significato, ma che di fatto lo condanna all’irregolarità fin dal suo ingresso, è una persona a cui è stata tolta ogni possibilità di vita reale.
L’Italia esegue gli ‘ordini’ impartiti dall’Europa e non si rende conto che l’unico modo di andare oltre, per il loro bene e per il proprio, è di dare un permesso di soggiorno, un titolo di viaggio e far entrare queste persone in Europa a testa alta. Bisognerebbe ricoprirle di legalità! Invece di buttarle per strada, come si usa fare da qualche mese a questa parte.»
Leggi il racconto di Alberto Biondo su Borderline Sicilia