Il tema
Secondo gli atti del processo per la morte del bracciante sudanese Mohamed Abdullah, i pomodorini raccolti sotto caporale nelle campagne pugliesi venivano consegnati ad alcune tra le più grandi aziende di trasformazione del pomodoro.
Funzionava così: la piccola ditta di Nardò assoldava un caporale sudanese, che formava le squadre per la raccolta. Il pomodoro era conferito a una cooperativa più grande, nei pressi di Andria, che a sua volta riforniva numerose importanti ditte.
È un verbale dei carabinieri a svelare il percorso dei camion e dei cassoni: i destinatari finali erano Mutti, Conserve Italia (Cirio-Valfrutta) e La Rosina. Sarebbe coinvolta anche Princes, multinazionale con sede a Londra e controllata dalla giapponese Mitsubishi.
La replica
Le aziende coinvolte hanno risposto di non conoscere tutti i passaggi della filiera, ma solo il primo fornitore, a cui generalmente fanno firmare un codice di condotta. “Nel 2017”, comunica l’azienda, “l’81% delle aziende agricole partner di Princes ha conseguito la certificazione “Global G.A.P. GRASP” o “SA8000””.