Prodotto e territorio
Arance e violenza
Dai primi anni ’90, i braccianti stranieri convergono sempre più numerosi nella Piana di Gioia Tauro per la raccolta degli arance.
Sono vittime di grave sfruttamento, della durezza delle condizioni abitative e spesso di violenza mafiosa.
Mentre i produttori lamentano la crisi dell’agricoltura, i braccianti ricattabili sono l’anello debole su cui scaricare i disagi del territorio.

Cronologia
1990 | I primi polacchi arrivano nella Piana | ![]() |
1999 | In una lettera al sindaco Lavorato, i migranti denunciano le violenze subite | ![]() |
2000 | Oltre 1000 persone vivono in condizioni drammatiche nella “Cartiera”, una fabbrica abbandonata | ![]() |
2006 | L’inviata del Guardian denuncia una situazione che in Italia nessuno ancora conosce | ![]() |
2007 | Continuano le violenze ai danni dei migranti | ![]() |
12 dicembre 2008 | I migranti africani denunciano un uomo che ha sparato contro di loro | |
4 gennaio 2010 | Rivolta dei migranti contro lo sfruttamento e la violenza mafiosa | ![]() |
2011 | Tra campi container e tendopoli, si susseguono le soluzioni emergenziali | ![]() |
2013-2014-2015 | Intorno alle tendopoli crescono accampamenti di baracche e insediamenti informali | ![]() |
Gennaio 2018 | Un grave incendio devasta la baraccopoli. Becky Moses, cittadina nigeriana di 26 anni, muore tra le fiamme |
Cosa non va
- Grave sfruttamento I braccianti sono pagati 25 euro a giornata oppure 0.50/1 euro a cassetta raccolta
- Condizioni abitative degradanti Oltre 2000 persone vivono accampati, non è stato mai avviato un progetto complessivo di mediazione abitativa
- Violenza mafiosa A più riprese, fino a qualche anno fa, i migranti sono state vittime di aggressioni
- Filiera mafiosa La criminalità organizzata controlla parte del mercato per speculare sui finanziamenti europei
- Filiera ingiusta I produttori denunciano prezzi iniqui da parte dei compratori
La filiera / Il percorso delle arance
