Catania, 18 maggio 2004 – A Sigonella, il comando della base militare americana ha deciso il licenziamento di quattro dipendenti civili italiani, in violazione del contratto nazionale di lavoro e dell`articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il fatto evidenzia come la “sindrome dell`occupante”, manifestata dalle truppe statunitensi in Iraq, si sia diffusa anche in Sicilia, terra tradizionalmente amica. Ci rendiamo conto come la drammatica congiuntura internazionale renda delicati i rapporti tra le forze americane e i Paesi ospitanti. La nostra denuncia, però, arriva dopo aver sperimentato inutilmente ogni forma di intervento alternativo presso le istituzioni e dopo aver attivato senza risultati tutti i canali di dialogo per il rispetto della legge italiana e dei lavoratori. Quest`ultima vicenda, in effetti, evidenzia come la situazione dei dipendenti civili a Sigonella sia diventata insostenibile. Non è la prima volta, infatti, che la Cisl è costretta a segnalare i comportamenti discutibili del comando militare della base, dove lo Stato italiano mostra la sua impotenza a far rispettare leggi che nel territorio sarebbero ritenute “normali”. In questa difficile situazione, dove manca il dialogo e ogni certezza del diritto, i lavoratori italiani sono vessati e senza alcuna tutela. Quasi fosse in preda a un delirio di onnipotenza, il comando militare statunitense si mette sotto i piedi la legge italiana, non riconoscendone le norme vigenti. Solo l`intervento del sindacato ha permesso di mitigare questa pratica. Nel caso in questione, addirittura, le infrazioni contestate non prevedono il licenziamento ma il richiamo scritto e, quantomeno, l`applicazione dell`articolo 18. L`allontanamento dei lavoratori italiani, inoltre, ha gravi ripercussioni anche dal punto di vista sociale. Il licenziamento, infatti, interessa soggetti che sono in una fascia anagrafica delicata, di cui spesso nessuno vuol farsi carico e il cui peso viene lasciato solo sulla collettività. Ad aggravare ulteriormente la situazione, dobbiamo registrare l`atteggiamento arrogante del comandante che, come a prendersi beffe dei lavoratori, ha comunicato ai reparti i nomi dei lavoratori da licenziare senza che essi ne abbiamo ancora avuto comunicazione ufficiale e senza nemmeno informare le organizzazioni sindacali. Qualcosa ci fa pensare che anche questi ultimi licenziamenti siano forme di ritorsione, per arrivare all`occupazione dei posti da parte di personale americano. È pratica normale del comando di Sigonella, infatti, essere sempre pronto a sanzionare i lavoratori italiani, mentre nessun provvedimento viene preso nei confronti dei corresponsabili dirigenti civili americani. Ma è la situazione complessiva in cui versa la base di Sigonella a destare ulteriori preoccupazioni. In violazione norme vigenti, infatti, all`interno della base opera un non meglio identificato ufficio investigativo, costituito da personale del tutto non qualificato. Tale ufficio, con azioni persecutorie e facendo leva su una vera e propria rete illegale di informatori, procede a interrogatori dei dipendenti con sistemi che sollecitano la delazione e tendono a mettere i lavoratori uno contro l`altro. Siamo di fronte, in pratica, a un governo straniero che si dice amico, ma che nella sua struttura militare si fa incubatore di deviazioni. C`è una sorta di certezza di impunità che pervade ogni azione del comando militare della base da far pensare che l`antiamericanismo che si sta pericolosamente diffondendo venga coltivato dagli stessi Stati Uniti. A questo punto, è evidente che è impossibile riuscire a rispettare quelle condizioni di dialogo necessarie a chiarire le difficoltà. La Cisl di Catania chiede, dunque, a tutte le istituzioni di attivarsi per avviare interventi incisivi che producano il rispetto della legge. Riconosciamo l`eccezionale impegno del Prefetto di Catania, portato avanti pur nell`assoluta sorda indifferenza del comando statunitense di Sigonella. Alla magistratura chiediamo maggiore chiarezza sull`interpretazione delle norme che dovrebbero tutelare i lavoratori italiani e di intervenire sull`operato del cosiddetto “ufficio investigativo” della base. Auspichiamo da parte del governo italiano che il coraggio che fu di Craxi, nella vicenda dei dirottatori dell`Achille Lauro, venga rinverdito da qualche suo autorevole componente, in modo che non sia più consentito che i lavoratori italiani si sentano di una struttura amica che diventa sempre più ostile al territorio che la ospita. Invitiamo, infine, la società civile a mettere in opera democraticamente adeguate azioni perché venga ripristinata la dignità dei lavoratori di Sigonella e, con loro, del popolo siciliano. La segreteria provinciale UST CISL di Catania