Esponenti governativi e ufficiali delle forze di sicurezza dei sei Paesi asiatici hanno garantito collaborazione “sulle indagini e per le condanne dei trafficanti, e sull’assistenza alle vittime per il ritorno a casa”. Durante l’incontro, a cui hanno partecipato anche Paesi donatori, diplomatici e organismi internazionali, Jordan Ryan, rappresentante per il Vietnam dell’Undp (Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite), ha affermato che “la regione del Mekong è uno dei luoghi più ‘caldi’ del pianeta per il traffico di esseri umani”.
Ricordando che il fiume Mekong nasce dai ghiacciai tibetani e scorre per circa 4500 chilometri – attraversando le piane tailandesi, del Laos, della Cambogia e sfociando in Vietnam – Ryan ha sottolineato che l’economia in crescita nella regione ha approfondito il divario tra ricchi e poveri; a questo vanno ad aggiungersi le attività criminali che “spesso colpiscono i soggetti più vulnerabili come donne, bambini e persone molto povere”.
Secondo l’Unicef sono 200.000 le vittime del traffico di esseri umani in Asia. In generale, nel mondo, la stima delle persone soggette a traffico va dalle 500.000 ai 4 milioni ogni anno. In Cina e Vietnam i trafficanti rischiano la pena di morte, in Myanmar l’ergastolo, in Laos, Cambogia e Thailandia dai 20 ai 50 anni. (Fonte: Misna)