Crimini globali

Continua pressione Unione Europea per privatizzare fonti idriche

  La Commissione europea continua a far pressione sui paesi in via di sviluppo per ottenere l`apertura dei loro mercati nei servizi idrici, offrendo in cambio maggiori opportunità di esportazione al proprio interno in altri settori.
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Anders Jennsen, della Direzione al Commercio, il 15 marzo ha dichiarato che “stiamo negoziando per ottenere maggiori opportunità per l`industria europea”, Jennsen parlava ad un symposium sulla partecipazione estera nei mercati dell`acqua, a margine dei negoziati in corso a Ginevra per il rinnovo dell`accordo generale sui servizi, conosciuto con l`acronimo di Gats. E’ curioso notare che apparentemente l`ostinazione della direzione al commercio non appare supportata dalle lobby imprenditoriali che negli ultimi tempi si sono un pò defilate.

In un’intervista a Richard Aylard, tresponsabile di “corporate development and external affairs” per la tedesca RWE Thames Water, una delle principali multi-utility, ha però ammesso di non pensare che “aprendo il mercato dei servizi idrici dei PVS sotto il GATS, si possano raggiungere gli obiettivi necessari per aiutare i paesi poveri a garantire l`accesso all`acqua potabile”. L`Ue preme sui Pvs da tre anni ma non ha ancora ricevuto risposte positive nell`ambito del negoziato in corso. Jennsen ha ammesso che l`Europa non può premere su paesi come India e Brasile per ottenere concessioni che questi paesi non vogliono, ma può farlo sui paesi meno sviluppati, “quello che devono essere preparati ad offrire deve essere relativo a quello che stiamo chiedendo loro”, ha dichiarato.

In occasione della giornata mondiale dell’acqua un cartello di 70 organizzazioni europee hanno inviato un appello rivolto al commissario europeo allo sviluppo Louis Michel che chiede che l`Ue abbandoni la politica attuale di puntare sulla partecipazione privata nella gestione dei servizi pubblici per sostenere la partecipazione pubblica. “L`ondata di privatizzazione dell`acqua durante l`ultimo decennio si è dimostrata inefficace. Le esperienze concrete nei paesi in via di sviluppo hanno mostrato come le multinazionali siano poco adatte per fornire acqua potabile e disponibile alle popolazioni povere. Recentemente, inoltre, le stesse compagnie hanno riconosciuto che il loro bisogno di ottenere un profitto ragionevole significa che mireranno ad investire nelle città più grandi e più ricche. L`investimento nel settore privato non ha portato gli attesi finanziamenti nella fornitura di acqua e servizi igienici per le popolazioni povere”.

“Il nostro obiettivo è ostacolare le decisioni che portano alla mercificazione dell`acqua. Ciò si può fare escludendo l`acqua dai negoziati commerciali. Il mancato accesso alle risorse idriche per milioni di persone dipende solo dalla mancanza di volontà politica della comunità internazionale“. Lo afferma in un`intervista al Sole24Ore Riccardo Petrella, presidente del Comitato italiano per il contratto mondiale sull`acqua e docente all` università Cattolica di Lovanio, in Belgio. Secondo Petrella non è irrealistico immaginare guerre per l`acqua come quelle per il petrolio: “Sì, questo pericolo esiste. Per evitarlo, la gestione dell`acqua deve essere assicurata da regole e da istituzioni che escludano ogni tipo di privatizzazione“.

Per proporre un cambiamento radicale di direzione di queste trattative sul commercio internazionale – che culmineranno nel summit dell’Omc previsto nel dicembre 2005 a Hong Kong – si terrà una settimana di mobilitazione dal 10 al 16 aprile che attiverà oltre 10 milioni di persone e migliaia di organizzazioni in 70 Paesi del mondo. In Italia è previsto il lancio nazionale delle attività presso la Fiera delle buone pratiche Terra Futura. In molte città sono state programmate serate pubbliche, banchetti, piazze tematiche, manifestazioni. Dal 12 al 13 aprile si terrà presso il Parlamento europeo a Strasburgo una mostra-evento permanente delle Campagne europee con seminario per i parlamentari e degustazione dei prodotti equosolidali. Il 14 aprile seguirà presso la Commissione Europea a Bruxelles una “processione funebre” che commemorerà le comunità locali uccise dal libero commercio promosso dall`UE. Infine il 15 aprile a Londra si terrà una veglia di protesta a lume di candela a Downing street.

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