Della Piana di Sibari non importa a nessuno tranne che al Papa. Da anni in questo pezzo di Calabria succede di tutto. La presenza di migliaia di migranti dell’Est rende le contraddizioni più evidenti. Gli ultimi episodi hanno convinto Francesco a visitare questa terra. Perché bisogna recuperare «questo territorio a una vita degna di essere vissuta». Dal 2011 tutto accade nell’indifferenza più totale. Uomini e donne rumeni sfruttati nei campi e in strada. I reperti di Sibari per giorni sotto il fango. Il comune di Corigliano sciolto per mafia. La violenza quotidiana e le truffe dei falsi braccianti. I rifiuti che invadono tutto.
E poi Cocò, tre anni, un colpo alla testa e quindi bruciato. Florentina, 19 anni, uccisa a coltellate, gettata in un sacco. Sequestrata per mesi all’obitorio in attesa del “passaporto mortuario”. Poi sei braccianti falciati dal treno. Gli impresari delle pompe funebri si contendono i cadaveri straziati a calci e pugni. Fabiana, 15 anni, bruciata viva. Senza distizione di età, senza riguardo alla nazionalità. È il Messico italiano. Eppure questa zona non è il “solito” Sud isolato e consegnato a una violenza selvaggia. È uno dei nostri maggiori distretti agricoli, che esporta in tutta Europa. Tutti mangiamo le clementine di Corigliano. Ma per uno spaventoso scambio ineguale, la produzione a basso costo si nutre delle vite dei soggetti più deboli. Questo territorio non esiste per i media. Però è il pezzo d’Italia dove le contraddizioni sono più forti. E dove chi resiste non può essere lasciato solo.
Antonello Mangano, Schiavonea. Viaggio nel Messico italiano, terrelibere.org, Roma 2014. Formato ePub, Pdf, mobi; € 3,99, Isbn 9786050307665