Scontri tra poliziotti e piccoli gruppi di dimostranti contrari all’accordo avvenuti davanti la sede del Parlamento hanno infatti spinto i deputati a sospendere i lavori, anche perché, secondo il portavoce dell’Assemblea nazionale, non era presente in aula il numero legale di legislatori.
L’accordo, che abbasserebbe o eliminerebbe dazi e tariffe d’importazione per molti prodotti, non è da tutte le forze politiche ugualmente apprezzato. In particolare, in Guatemala come nel resto del centroamerica, i partiti di estrema sinistra temono che il Cafta possa avere un impatto negativo sull’occupazione e che i contadini non riescano a competere con i prezzi dei prodotti delle aziende statunitensi sostenute dai sussidi governativi.
Oltre agli Usa e Guatemala, il Cafta coinvolge anche Nicaragua, Costa Rica, Repubblica Domenicana, Honduras e Salvador; le ultime due nazioni sono le sole ad avere già ratificato l’accordo. Infatti, l’avvio del patto trova qualche resistenza anche tra i legislatori statunitensi: mentre alcuni deputati democratici ritengono il Cafta troppo debole in ambito dei diritti dei lavoratori e protezione dell’ambiente, altri tra i deputati repubblicani sono preoccupati per la perdita di posti di lavoro negli Usa.
[BF] – GUATEMALA 9/3/2005