Si tratta di cinque sostenitori del ‘Fronte repubblicano guatemalteco’ (Frg), partito dell’ex-dittatore Efraín Ríos Montt, che nell’ottobre 2003 insultarono violentemente il Premio Nobel per la pace 1992 Rigoberta Menchú Tum nel corso di un’udienza della Corte Costituzionale.
“È un caso emblematico che potrebbe costituire un importante precedente a livello sociale e giudiziario e contribuire a frenare la discriminazione dilagante nel nostro Paese” si legge in una nota diramata dalla Fondazione Menchú, che aggiunge: “Se esistono persone capaci di aggredire una persona nota come Rigoberta Menchú, per di più nella sede della Corte Costituzionale, cosa può aspettarsi la maggioranza della popolazione guatemalteca in strada, nelle scuole o negli ospedali?”.
I fatti risalgono alla campagna elettorale del 2003, quando Ríos Montt si candidò alle presidenziali, nonostante un esplicito divieto della Costituzione; Menchú, che guidava il fronte dei contrari all’iniziativa dell’ex-generale, era in aula quando il massimo tribunale del Paese diede ragione a Ríos Montt e i suoi ‘fedelissimi’ scoppiarono in grida di giubilo prima di accanirsi contro la dirigente indigena maya, deridendola e offendendola pesantemente. Per oltre un’ora i sostenitori del Frg hanno bloccarono l’entrata del palazzo, fino all’arrivo di una delegazione dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) e del procuratore per i diritti umani Sergio Morales che consentirono alla Menchú di abbandonare in sicurezza l’edificio.
Il reato di discriminazione razziale, contemplato solo due anni fa dalla legislazione guatemalteca, prevede pene da 2 a 6 anni di carcere; finora, nonostante moltissime denunce, nessuna inchiesta era arrivata alla fase processuale.
[FB] – GUATEMALA 5/3/2005