ROMA – Se siete stanchi dei soliti discorsi sull’immigrazione a base di storie lacrimevoli e buoni sentimenti, fate un salto al Metropoliz. Si tratta della ex fabbrica Fiorucci occupata nel 2009 per dare una risposta all’emergenza abitativa. Un’azione illegale ma giusta, perché nella città convivono senza vergogna appartamenti sfitti e file di homeless alle stazioni.
Da tempo l’area è anche una interessante esperienza di scolarizzazione, contaminazione tra persone che provengono da ogni angolo del mondo (Perù, Marocco, Eritrea, Rom rumeni) e arte moderna. Ieri sera è stato presentato il libro di Militant A, storica voce degli Assalti Frontali, dal titolo «Soli contro tutti». «Ad essere sola è la comunità che ha dovuto affrontare il muro delle istituzioni scolastiche e in genere del potere», ha specificato il rapper. «Ma qui nessuno è solo».
Il libro racconta lunghi anni di lotte per la casa e l’educazione. Bambini rom a scuola, maestre delle elementari al Metropoliz. Niente assistenzialismo, scambi continui, interazioni e difficoltà. «Abbiamo stabilito poche regole chiare, uguaglianza tra uomini e donne e nessuna violenza nella comunità».
Fuori da qui i campi sono un grande affare milionario, una finta emergenza che va avanti da anni. I rom presenti dichiarano che non vogliono vivere nei campi, ma desiderano un’abitazione degna. Paradossalmente sono resi nomadi dai continui sgomberi delle istituzioni. Proprio in seguito a uno sgombero è nata questa occupazione.
«La scrittura di un romanzo è la punta di un iceberg», spiega Militant A. Una selezione delle narrazioni che hai in testa. Esattamente come le canzoni. «Roma Meticcia» e i brani dedicati alla scuola sono appunto una estrema selezione delle emozioni vissute. Pur praticando spesso azioni illegali, qui si parla di scuola, diritti e costituzione repubblicana. Di una legalità democratica costruita dal basso e non imposta.
Il movimento per la casa è diventato anche un soggetto politico che lotta per i diritti e contro l’austerity. In diverse occasioni i migranti sono diventati la componente maggioritaria. Quando a Roma si annunciava la manifestazione dei “forconi”, poche persone in nero erano in piazza del Popolo, mentre era numerosissimo il corteo meticcio. I media – dopo settimane di delirio dedicato ai forconi – non se ne accorsero. Per loro il migrante è ancora un “poverino” da assistere col biberon. Invece tra questi capannoni dove la Prenestina diventa una piccola stradina circondata da residui industriali, nasce il cuore meticcio dell’Italia nuova.