Sono passati 1.095 giorni da allora o, se si preferisce, 26.280 ore, o 1.566.000 minuti, senza che chi può liberare lei e circa altre 3.000 persone (tra cui una sessantina tra politici, militari e poliziotti, oltre a tre cittadini statunitensi) sequestrate in Colombia abbiano preso una decisione o mosso un passo decisivo per toglierla dalle mani dei suoi rapitori.
Un libro scritto dal marito, Juan Carlos Lecompte, nelle scorse settimane ha riacceso il dibattito intorno alla scomparsa della Batancourt, e al suo destino.
Forse oggi Lecompte, come ha promesso all’inizio di febbraio, se avrà abbastanza denaro salirà veramente su un aereo e sorvolerà la selva colombiana, in particolare la Sierra de Chibiriquete, “dove ho sempre sospettato che possano aver portato Ingrid”, come ha confessato recentemente, per lasciar cadere migliaia di volantini con le foto di Melanie e Lorenzo, i suoi due figli. “Sono sicuro che sarà felice quando vedrà quanto sono cresciuti” ha aggiunto il marito dell’ex-candidata alla presidenza.
Intanto, però, in pochi sembrano ricordarsi del rapimento di questa donna coraggiosa e della sua segretaria, scomparse nella selva colombiana, sulla strada per San Vicente, il 23 febbraio 2002 per mano delle Farc, in piena campagna elettorale, portando con loro il sogno di cambiare un Paese che fino a quel momento appariva alla candidata Ingrid fondato sulla corruzione e sulla pratica generalizzata dell’omicidio.
L`Agenzia MISNA ne ricorda la figura attraverso una breve nota biografica, nella speranza di rivedere presto libere e in salute sia Ingrid sia Clara.
Ingrid Betancourt è nata a Bogotà nel 1961. È figlia del ministro Gabriel Betancourt, a lungo ambasciatore a Parigi, dove Ingrid ha studiato, e di Yolanda. Laureata in scienze politiche, sposata con un diplomatico francese, madre di due bambini, la Betancourt decise di entrare in politica in seguito all’uccisione del candidato presidenziale Luis-Carlos Gálan, considerato l`uomo del rinnovamento colombiano. Rientrata in Colombia da Parigi, fu eletta dapprima deputata, nel 1994, poi nel 1998 senatrice. All’inizio del 2000 fondò il partito ‘Ossigeno’ e decise di correre per la presidenza nelle elezioni del maggio 2002.
Lo scorso novembre l’esercito colombiano ha arrestato Norbey Triviño, conosciuto come ‘Jairo I’ o ‘Saúl’, considerato dalle autorità colombiane a capo del ‘Frente XV’ delle Farc, il gruppo armato che avrebbe rapito proprio la Betancourt. Ciò nonostante, nessun passo in avanti è stato fatto per la liberazione della donna e della sua segretaria.
[LL] – COLOMBIA 23/2/2005