Le misure restrittive prevedono il divieto per il presidente Robert Mugabe e il suo entourage di recarsi nei Paesi dell’Ue e il congelamento dei loro beni all’estero. Le sanzioni comprendono anche il divieto di vendere armi ed equipaggiamento militare al Paese africano.
Nel febbraio 2002 l’Unione Europea decise, con un forte impulso dato dalla Gran Bretagna (ex-potenza coloniale), di varare misure contro lo Zimbabwe come protesta per le presunte violazioni dei diritti umani e per i sospetti brogli che avrebbero caratterizzato le elezioni che confermarono Mugabe alla guida del Paese. Analoghe sanzioni sono state adottate anche dagli Stati Uniti.
In un discorso tenuto ieri, il presidente Mugabe ha detto di sperare in una vittoria pacifica del suo partito (lo Zanu-Pf) alle elezioni parlamentari del prossimo 31 marzo, in modo da dare una “lezione” ai molti critici del suo governo sia interni che internazionali.
[MZ] – ZIMBABWE 21/2/2005