Nepal: 19 febbraio 2005,
C`è una pagoda a Bhaktapur, chiamata Nyatapola, che di per sè può valere il viaggio. Un luogo, come anche i miei amici “Turisti-Velisti” Patrizio Roversi e Syusy Blady mi hanno confermato, è sicuramente tra i più belli del mondo. Bene, quella pagoda è una specie di allegoria del “5”: cinque livelli di tetti, cinque livelli di gradoni, cinque tipi di simboli, cinque intensità di forze…
La coincidenza del numero “55” che si è avuta ieri mi ha istintivamente molto ricordato il Nyatapola.
Ma il Nepal purtroppo pare ancora lontano dal restituirci a pieno la magia di Bhaktapur come quella di tutti i suoi altri infiniti stupori, dell`uomo e della natura.
Il “55” di ieri ha portato a far coincidere il compleanno della Regina Komal con la giornata anniversario della “democrazia”. Curioso assai: mentre nasceva quella che dopo incredibili vicende doveva diventare moglie di un Re, venivano abolite le leggi Rana che per 104 anni avevano più che altro soggiogato i livelli più poveri del popolo. Per l`appunto il 18 febbraio 1950…
Ma se in tutta onestà assai poco interessa come ha trascorso il suo 55° compleanno la Regina Komal, sicuramente il popolo ha vissuto un`altra drammatica vicenda di questa sua travagliatissima storia recente.
Da tutto il paese giungono notizie di lotte e arresti tra pacifici dimostranti ed esercito. Pare che i fermati possano essere centinaia con una maggioranza di appartenti al Partito Democratico del Congresso e molte anche le donne.
Tra i tanti nomi che penso possano dire poco al lettore, uno in particolare fa però soffermare la mia attenzione: Shukra Raj Sharma da Mahendrapul, Pokhara. Adesso fa parte dell`Assemblea Nazionale ma quando io l`ho conosciuto era sindaco della città di Pokhara, straordinario balcone della natura alle porte degli Annapurna. Come tanti nepalesi una persona gentilissima e sorridente con cui dividemmo dei pacifici momenti…
Ma tanti potrebbero essere gli amici coinvolti di cui non ho più notizie. Tra l`altro due giorni fa c`era stato un nuovo black-out nelle comunicazioni. Si voleva probabilmente impedire l`organizzazione di cortei e dimostrazioni nella giornata della “democrazia”. Quantomeno che fossero coordinate. Così forse è stato, ma così certamente non è servito ad impedire. Dall` 1 febbraio ogni “raggruppamento politico” è vietato, soprattutto se dissidente. Ma ieri niente poteva riuscire a vietare ad un popolo intero di manifestare la propria rabbia e il totale disaccordo con le misure di sicurezza attuate da Re Gyanendra.
La maggioranza della popolazione è oramai al limite della sopportazione ed anche alcuni guerrieri maoisti, nei giorni scorsi, ne hanno fatte le spese. La sensazione è che sempre più genti si rendano conto di essere giunti ad un punto di non aver più niente da perdere. Politici, lavoratori, insegnanti, studenti, uomini e donne sembrano sempre più decisi ad assumere un ruolo importante per il loro destino.
Da grande innamorato di quelle genti e quelle terre vorrei tanto che la comunità internazionale potesse trovare i migliori modi per intervenire. Prima che possa essere troppo tardi.