La notizia che al sistema di contabilità dell’impianto di riprocessamento di combustibile nucleare di Sellafield, Inghilterra, risultano mancare 30 kg di Plutonio conferma le nostre inquietudini. Non si sa ancora se la sparizione sia reale o “amministrativa”: “The Times” ricorda che 19 kg erano spariti nel 2003, complessivamente 50 kg negli ultimi dieci anni.
In ogni caso, questo ultimo episodio dimostra che il sistema dei controlli negli impianti di ritrattamento del combustibile nucleare non esclude affatto la possibilità che possano essere sottratti quantitativi significativi di Plutonio, sufficienti per la costruzione di diversi ordigni atomici. In questo caso, il quantitativo “mancante” potrebbe servire alla costruzione di almeno 7 bombe atomiche.
L`unico vero scopo del riprocessamento del combustibile irraggiato – per il
quale potrebbero ripartire 70-80 treni i treni dall`italia verso Sellafield – é proprio l`estrazione del Plutonio, che non esiste in natura e si forma solo nei
reattori nucleari.
L`uso “civile” del Plutonio è sostanzialmente nullo dopo l’abbandono dei reattori veloci: il Superphénix, reattore superveloce francese pagato al 33% dai contribuenti italiani, è stato uno dei più clamorosi fallimenti industriali della storia ed è costato circa 5.000 miliardi di lire. Non resta dunque che l’utilizzo militare!
Per fare in modo che il Plutonio contenuto nelle barre sia inservibile, per evitarel`emissione in acqua e in aria di elementi radioattivi provenienti dal processo industriale di ritrattamento nonché il trasporto su lunga percorrenza di materiale pericolosamente radioattivo, l`alternativa da seguire è lo stoccaggio a secco del combustibile esausto.