L’ufficiale Maj Ram Mani Poharel nell’agosto del 2003 circondò con i suoi uomini un’abitazione nel villaggio di Doramba, nell’est del Paese, dove si stava svolgendo un matrimonio; nell’attacco i soldati uccisero il proprietario della casa e suo foglio, poi, ordinando ai presenti di uscire dall’abitazione con le mani in alto, li giustiziarono: inizialmente l’esercito ammise di aver ucciso 19 persone.
La strage fu uno dei motivi addotti dai ribelli maoisti, in guerra con il potere centrale dal 1996, per interrompere una tregua iniziata sette mesi prima e abbandonare i colloqui di pace. Osservatori locali, in particolare attivisti per i diritti umani, hanno giudicato la condanna dell’ufficiale troppo lieve e un’operazione di propaganda dell’esercito per dimostrare la sua volontà di perseguire soldati e ufficiali accusati di violazioni dei diritti umani. A
ll’inizio dell’anno un rapporto di Amnesty Internazionale ha posto in risalto l’aggravarsi della situazione in Nepal per l’aumento delle sparizioni e delle esecuzioni sommarie, sia da parte dei maoisti sia dell’esercito; l’organizzazione internazionale aveva inoltre sottolineato il clima di impunità nei confronti dei colpevoli di abusi nelle file delle forze dell’ordine.
[BF] – NEPAL 14/2/2005