Corno d`Africa

Eritrea chiede a Etiopia e Italia di restituire `tesori` archeologici

  Asmara chiede all`Etiopia la restituzione di centinaia di oggetti d’arte sottratti dai siti archeologici di una località dell’Eritrea meridionale e nella zona del porto di Adulis. Tra i responsabili delle sparizioni, anche `appassionati` italiani "che si aggiravano scavando nei siti".
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L’Eritrea chiederà all’Etiopia e all’Italia la restituzione di centinaia di manufatti artistici sottratti da siti archeologici locali negli anni ’60: lo ha detto Yosief Lebsekal, direttore del Museo nazionale di Asmara. La richiesta al governo di Addis Abeba, in particolare, rischia di riaccendere le tensioni tra i due Paesi del Corno d’Africa, che dopo la sanguinosa guerra del 1998-2000 (oltre 70.000 morti) non hanno ancora ricomposto tutte le divergenze diplomatiche. “Come oggi l’Etiopia chiede all’Italia la riconsegna dell’obelisco di Axum, così gli etiopi ci devono restituire gli oggetti trovati nel sito di Matara, che si trovano nel museo di Addis Abeba” ha aggiunto.

Lebsekal si riferisce ai manufatti – sarcofagi, monete e utensili – ritrovati in una località desertica dell’Eritrea meridionale negli anni in cui Asmara iniziava la sua lotta per l’indipendenza. Il direttore del Museo ha detto inoltre che tra il 1960 e il 1965 anche nella zona del porto di Adulis vennero trafugati importanti oggetti d’arte: “Tra gli italiani – ha spiegato – c’erano molti `appassionati` che si aggiravano scavando nei siti”.

Le relazioni tra Asmara e Addis Abeba non si sono ancora normalizzate: nelle scorse settimane l’Eritrea – che nel 1993 ha ottenuto l’indipendenza dall’Etiopia – ha accusato il Paese vicino di preparare una guerra. Al confine tra i due Paesi è presente una missione di pace dell’Onu composta da oltre 4.000 caschi blu, che proprio ieri ha comunicato di voler incrementare gli sforzi per lo sminamento delle zone di confine. Resta irrisolta la demarcazione di oltre mille chilometri di frontiera, definita da una commissione internazionale ma non ancora applicata. [EB]

Eritrea, 11.2.2005

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