Si è conclusa con un rinnovato appello alla pace e al dialogo la 78esima assemblea plenaria della Conferenza episcopale colombiana (Cec): riprendendo il messaggio iniziale del cardinale Pedro Rubiano Sáenz, presidente della Cec e arcivescovo di Bogotá, i presuli chiedono che si arrivi al più presto a “definire un ‘accordo umanitario’, che serva alla liberazione dei sequestrati, e all’avvio di un solido processo di negoziazione di pace tra il governo e la ribellione, si chiami Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) o Eln (Esercito di liberazione nazionale) o Auc (Autodifese unite della Colombia)”.
I vescovi chiedono inoltre “chiarezza” e “precisione” sul progetto di legge denominato ‘Verdad, Justicia y Reparación’, mirato a creare un quadro legale per la smobilitazione dei paramilitari delle Auc. “Auspichiamo che i parlamentari trovino un’intesa (…) è una questione-chiave per non dare l’impressione, anche a livello internazionale, che stiamo procedendo verso l’impunità” ha dichiarato monsignor Luis Augusto Castro, vice-presidente della Cec e arcivescovo di Tunja. “Come tutti i colombiani – riporta un altro stralcio del messaggio – vogliamo un Paese in cui sia rispettata la libertà, sia promossa la libertà e sia applicata la giustizia (…) la dottrina sociale della Chiesa ricorda che le vittime del conflitto non possono essere dimenticate (…) continueremo a denunciare i crimini atroci, la violenza, da qualsiasi parte essa provenga, così come lo sfollamento forzato, il sequestro e tutte le violazioni dei diritti umani fondamentali”.
I vescovi riaffermano inoltre “una volta di più, che la vita umana debba essere rispettata dal suo inizio nella fecondazione, fino alla sua morte naturale”. “Il tempo di Quaresima che si sta avvicinando è un’occasione propizia per il cambiamento e la conversione; lasciamoci condurre dallo Spirito di Dio, per correggere così il nostro cammino e guardare con speranza alla possibilità di un Paese più giusto e fraterno”. [FB]