Conflitti dimenticati

Raid delle forze dell`ordine ed arresti arbitrari in Nepal

  Squadre di paramilitari hanno circondato la sede del Partito Democratico del Congresso Nepalese, la formazione politica del deposto primo ministro Sher Bahadur Deuba, interrompendo con la forza la riunione ‘illegale’ di una cinquantina di membri del partito.
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Molti dei partecipanti al raduno sono riusciti a fuggire ma una dozzina di loro è rimasta intrappolata nell’edificio e sono stati arrestati dalle squadre armate.

Da giorni in Nepal vige una situazione di forte tensione dopo che il sovrano Gyanendra ha licenziato il governo e accentrato i poteri sulla sua persona, mettendosi a capo di un nuovo esecutivo da lui nominato. Il monarca ha inoltre sospeso alcune libertà civili come la libertà di stampa, di parola e di associazione.

L’Alto commissario per i diritti umani della Nazioni Unite Luoise Arbour ha giá condannato l’arresto dei rappresentanti politici.

“Riteniamo che queste persone siano arrestate arbitrariamente, senza inoltre avere accesso all’assistenza legale, né hanno potuto incontrarli i loro familiari o rappresentanti di istituzioni internazionali” ha scritto l’Alto commissario Arbour in una lettera inviata al sovrano del Nepal e il cui contenuto è stato diffuso alla stampa.

Alle parole di Arbour hanno fatto eco quelle di Juan Somavia direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, una delle agenzie delle Nazioni Unite, ha espresso la preoccupazione per la decisione del sovrano di sopprime per decreto il diritto di attività sindacale e di riunione. L’Ilo ha fatto sapere che molti rappresentanti e capi sindacali sono al momento agli arresti domiciliari in Nepal, incluso Laxman Basnet del ‘Nepal Trade Union Congress’ e membro dell’esecutivo dell’Ilo.

L’ex-primo ministro Deuba – già deposto nel 2002 da un’altra ‘azione forte’ del monarca – è attualmente agli arresti domiciliari come anche altri ministri e politici. Tra questi anche l’ex-primo ministro Girija Prasad Koirala, capo del Partito del Congresso, la principale formazione di opposizione.

Sono ancora bloccate le comunicazioni in tutto il Paese.”Prosegue e pare ancor più complicarsi, perfino nell`interpretazione dei fatti, la situazione di autentico “colpo di stato” messa in atto dal sovrano Re Gyanendra”, scrive dal Nepal, Marco Banchelli. “Al momento non si registrano nè manifestazioni nè incidenti o scontri particolari. Anzi, c`è addirittura notizia di alcuni cortei pro-sovrano. Anche i guerrieri maoisti sembrano colti a sorpresa dagli ultimi accadimenti ed hanno assunto una posizione di stallo. Del resto pare confermato che il ministro dell`interno, del nuovo governo direttamente nominato da Re Gyanendra da poche ore, abbia annunciato a Radio Nepal l`intenzione di chiamare a breve termine i rivoltosi maoisti ad un tavolo di trattative. E` dall`agosto 2003 che non si sono più avuti simili tentativi”.

“Ed ancora il Mondo, con i grandi “media” e la pubblica opinione in genere, pare quasi del tutto ignorare questo nuovo drammatico momento che il popolo nepalese vive”, aggiunge Marco Banchelli. “Sembra che questo Paese faccia notizia solo quando ci offre: dalla cordialità delle sue genti alla inarrivabile emozione delle sue immense montagne dell`Himalaya. Adesso che avrebbe tanto bisogno di aiuto, e che dovremmo essere noi dell`occidente a rendergli qualcosa, niente. Ma può mai essere vero che sia più semplice l`impresa di scalare l`Everest che non riuscire in una qualche modo a collaborare costruttivamente al processo di pace o quantomeno al rispetto più elementare dei diritti umani?”.

Redazione di Terrelibere.org

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