COMUNICATO – Giuliana Sgrena non è una giornalista d`assalto, non vuole “scoop”, lavora in profondità e racconta la quotidianità degli orrori delle guerre e delle violenze, ma anche la speranza e le azioni di tante donne e uomini che ogni giorno resistono e continuano a lavorare, ad andare a scuola.
Va in luoghi difficili, ma non è mai stata “irresponsabile”. Il suo non è solo racconto quotidiano, è analisi, denuncia, è fare la giornalista credendo che la verità, con le sue sfaccettature, sia indispensabile. Con i suoi articoli e i suoi libri, con la sua vita, dona a tutte e tutti noi strumenti per uscire dalla dicotomia degli assi del bene e del male, per affermare il diritto di cittadinanza nel mondo con giustizia e pace.
Di certo non appartiene alla categoria dei giornalisti o giornaliste conformisti o “embedded”. Essere giornalista del Manifesto implica sacrifici, una dedizione e una visione del mondo dalla parte degli oppressi, dei discriminati.
Giuliana è minuta, non alza la voce, determinata. Veniamo tutte e due dalle montagne della Val d` Ossola. I nostri due padri erano partigiani nelle brigate Garibaldi. Abbiamo lasciato le montagne della Val d`Ossola per attraversare i confini.
In tanti luoghi, dall` Algeria, alla Palestina, all`Iraq, all`Afghanistan, ci siamo sostenute a vicenda. Ci lega una solidarietà profonda.
Ogni cosa per liberarla, chiunque siano i rapitori.
Giuliana tornerà da noi e con la sua voce piana, e con ironia ci racconterà che le è successo qualcosa di “buffo”, ma sono sicura che ci porterà nuovi strumenti per capire cosa avviene in Iraq.
Nel frattempo noi continueremo a sostenere tutti quegli iracheni che vogliono vivere liberi e con dignità, liberi dall`occupazione militare, liberi dalle bombe, siano esse della resistenza o dei terroristi.
LUISA MORGANTINI (Parlamentare europea, Donne in Nero, Associazione per la pace), Roma, 4 febbraio 2004