Forum Sociale Mondiale

Porto Alegre: turismo sessuale in Brasile tra i temi in discussione

  All`Italia spetta il triste primato tra i paesi di provenienza del turismo sessuale diretto in Brasile. Ma la società civile impegnata nel contrasto del fenomeno fa un appello a non scadere nel pietismo e a non dimenticare le reali cause.
Condividi su facebook
Condividi su whatsapp
Condividi su email
Condividi su print

Salvador de Bahia, Recife, Fortaleza, Natau: “Vorremmo che si smettesse di parlare di queste città del nord-est del Brasile come di capitale del sole e del sesso: lo sfruttamento e l`abuso di minori sono soltanto una conseguenza della povertà”. Lourdes Viana, responsabile nazionale della Pastorale dei minori della Chiesa brasiliana, lo mette in chiaro subito: “In Brasile non esiste la prostituzione minorile, perché secondo la legge sotto i 12 anni si tratta di abusi sessuali contro l`infanzia”.

Una prospettiva diametralmente opposta a quella dei tour-operator: i paradisi turistici per gli occidentali diventano inferni sociali per chi ci vive. “Il problema é l`impunitá di chi abusa di questi minori” dice alla MISNA Viana, che da oltre sei anni si occupa di questo settore e ora ne coordina il servizio per la Conferenza nazionale episcopale brasiliana (Cnbb).

Arrivano soprattutto dall`Europa e l`Italia é in vetta a questa triste classifica; difficile indicare le dimensioni esatte del fenomeno, ma i pochi dati disponibili parlano da soli. “Nella cittá di Serra Tailada – dice Viana – su una popolazione di circa 30.000 abitanti, ci sono circa 2000 bambini sfruttati. Il fatto che siano fonte di reddito per le loro famiglie, conferma che questi minori sono le prime vittime di una miseria diffusa” osserva Viana. “Attenzione a non scadere nel facile `pietismo` verso uno dei problemi tristemente più noti del Brasile” interviene padre Bartolomeo Bergese, sacerdote italiano impegnato in questo Paese da oltre vent`anni.

“Questo dramma dello sfruttamento é strutturalmente connesso alla povertá diffusa: ho sentuito di richieste per aumentare le quote di aiuto internazionale, ma non basta. Occorre restituire al Brasile e alla sua gente ciò che é stato rubato in passato” sottolinea don Bergese. “Bisogna porsi le domande sui motivi. Come era solito fare il mio compianto vescovo di Recife, dom Helder Camara, il quale diceva: `Se do un pezzo di pane mi dicono che sono un santo, se chiedo di capire che qualcuno non ha da mangiare, allora mi dicono che sono un comunista”. (Emiliano Bos, da Porto Alegre)[EB], Brasile, 30.01.2005

 Questa storia è stata letta 2559 volte

La Spoon River dei braccianti

Il libro
La Spoon River dei braccianti

Otto eroi, italiani e no, uomini e donne.
Morti nei campi per disegnare un futuro migliore. Per tutti.
Figure da cui possiamo imparare, non da compatire.

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su email
Condividi su whatsapp

Laterza editore

Lo sfruttamento nel piatto

Le filiere agricole, lo sfruttamento schiavile e le vite di chi ci lavora


Nuova edizione economica a 11 €

Lo sfruttamento nel piatto

Ricominciano le presentazioni del libro! Resta aggiornato per conoscere le prossime date