In un comunicato del partito ‘Congresso dei musulmani dello Sri Lanka’ (Slmc), attualmente all’opposizione, il suo presidente Rauff Hakkem accusa il governo di stare conducendo le operazioni si soccorso discriminando l’est e il nord del Paese – dove vivono le minoranze tamil e musulmana – e concentrando le attività nel Sud.
Nella nota, segnalata dal quotidiano indipendente ‘Daily Mirrow’, si aggiunge che Hakkem, già ministro dei rapporti con i mussulmani nel precedente governo, ha espresso le sue preoccupazioni sia all’ambasciatore svizzero Bernardino Ragazzoni che al rappresentante del ministero degli Esteri britannico, Simon Bon, giunti per discutere gli aiuti da Ginevra e Londra.
Hakkem ha detto loro di temere che il modo in cui il governo sta gestendo il ‘dopo maremoto’ possa accentuare le tensioni con i ribelli delle ‘Tigri per la liberazione della patria Tamil’ (Ltte), vanificando i tentativi di ricondurre i guerriglieri al tavolo negoziale, abbandonato nel 2003, inclusi i tentativi portati avanti dal Slmc.
I fedeli di religione musulmana, a cui appartengono cittadini sia di etnia tamil sia cingalese, rappresentano il 7% della popolazione e sono concentrati nelle province nordorientali del Paese.
Intanto da Colombo, il ministero delle Finanze ha reso noto di avere stanziato 200 milioni di rupie (poco più di 1,5 milioni di euro) in sovvenzioni per le piccole imprese distrutte dall’onda anomala; i finanziamenti serviranno a ricomprare mobili, impianti elettrici e attrezzature per riavviare le piccole attività produttive e artigianali. Inoltre il ministero ha annunciato che svolgerà direttamente un ruolo di mediazione con le banche quando i piccoli imprenditori e artigiani dovranno rinegoziare con gli istituti di credito la restituzione dei prestiti contratti prima del cataclisma che ha distrutto le loro attività. Il tsunami del 26 dicembre scorso ha provocato in Sri Lanka 31.000 vittime e decine di migliaia di sfollati.
BF – SRI LANKA 29/1/2005