Etiopia ed Eritrea sono i protagonisti di una guerra conclusasi con gli accordi di pace del 2000 e attualmente impegnati in un estenuante braccio di ferro politico diplomatico per la demarcazione della frontiera comune.
Il dato sui morti per mina è stato riferito dalla missione delle Nazioni Unite in Etiopia ed Eritrea (Unmee), precisando che dall`indagine (relativa ai casi registrati ufficialmente tra il 2000 e il 2004) i micidiali ordigni oltre a provocare vittime, hanno ferito gravemente (spesso provocando serie menomazioni agli arti) quasi 300 persone. La maggior parte delle vittime delle mine sono civili, spesso pastori.
Nei giorni scorsi la Unmee ha esortato i due Paesi a trovare una soluzione alla disputa frontaliera che li oppone ormai da quattro anni: “Ho fatto personalmente appello alle parti affinché si abbassi la tensione e ci si possa concentrare sulla ricerca di una via d`uscita pacifica al conflitto” ha detto la settimana scorsa alla stampa il capo della missione Onu, Legwaila Joseph Legwaila.
Da mesi ormai il dialogo tra Etiopia ed Eritrea per risolvere la contesa territoriale che li portò a combattere una sanguinosa guerra tra il 1998 e il 2000 si è completamente arenato. Una Commissione indipendente istituita dall`Onu ha tracciato in maniera “definitiva e irrevocabile” i nuovi confini tra i due Paesi, ma l`Etiopia continua a non riconoscere questa decisione perché ritenuta troppo sbilanciata a favore di Asmara, mentre l`Eritrea si rifiuta di rimettere nuovamente in discussione tale sentenza e per questo non dialoga neanche più con l`inviato dell`Onu. I circa 4000 `caschi blu` dispiegati presidiano una zona cuscinetto istituita lungo il confine tra i due Paesi.
[MZ] – AFRICA 19/1/2005