Entrambe erano ragazze di 24 anni, una era proprietaria di un piccolo negozio, vittima sembra di una rapina, l’altra collaboratrice domestica, aggredita in casa da sconosciuti. Il governo del presidente Oscar Berger, salito al potere un anno fa, attribuisce la responsabilità degli omicidi alle cosiddette ‘maras’ o ‘pandillas’, bande criminali giovanili diffuse in tutto il Centroamerica, in lotta per il controllo dello spaccio di stupefacenti nei quartieri più degradati delle principali città.
Stime ufficiali riportano che solo nel 2004 sono state 527 le donne assassinate, quasi 150 in più rispetto al 2003. In totale, le vittime della violenza nel Paese sono state nel 2004 quasi 4.5000. Berger ha rafforzato il dispiegamento delle forze di polizia nelle aree considerate più a rischio, ma finora la politica della ‘mano dura’ contro i ‘pandilleros’ non sembra aver dato l’esito auspicato.
Già nel settembre dello scorso anno, durante una sua visita ufficiale nel Paese, la relatrice speciale della Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) Susan Villarán aveva espresso preoccupazione per la condizione di grave insicurezza che colpisce le donne guatemalteche, aggravata dalla lentezza dell’autorità giudiziaria nel perseguire i responsabili.
[FB] – GUATEMALA 19/1/2005