L’inviato speciale delle Nazioni Unite per Etiopia ed Eritrea Lloyd Axworthy, oggi in visita nella capitale etiope, ha sollecitato i governi di Addis Abeba e Asmara a impegnare maggiori energie nello sviluppo delle rispettive società e nella lotta alla povertà piuttosto che spendere energie nel lungo contenzioso per la definizione dei reciproci confini; lo riferisce l’agenzia ‘Ansa’ riportando una dichiarazione di Axworthy a ‘Radio Nairobi’.
L’alto rappresentante dell’Onu, più volte candidato per il premio Nobel per la Pace per il suo attivo impegno contro le mine antipersona, ha sottolineato che dalla fine del conflitto territoriale tra Etiopia ed Eritrea quattro anni fa – durato dal 1998 al 2000 e che ha provocato oltre 80.000 vittime – la situazione economica delle rispettive popolazioni è andata peggiorando. I due Paesi, inoltre, non si placa la tensione, mentre ancora si ritarda la demarcazione del confine secondo un tracciato stabilito da una Commissione indipendente in seguito degli accordi di pace siglati a Tripoli nel 2000.
Lungo la futura frontiera è attualmente dislocata una missione delle Nazioni Unite il cui mandato, più volte rinnovato, dovrebbe concludersi definitivamente nei prossimi mesi. I caschi blu riferiscono che dal cessate-il-fuoco a oggi, lungo l’ex territorio conteso 144 persone sono state uccise da mine antipersona e ordigni inesplosi mentre 293 sono rimaste ferite; l’Onu riferisce anche di aver complessivamente trovato e distrutto 61.000 di questi letali congegni. [BF]
Africa, 14/1/2005