SALUZZO (CN) – Il mese di settembre era iniziato sotto i migliori auspici con la tanto attesa visita del Ministro per l`integrazione Cecile Kyengé. Era il 7 settembre. Una visita blindata con orazioni riservate alla stampa e a pochi addetti ai lavori invitati personalmente, nella prestigiosa cornice del giardino della Scuola di Alto Perfezionamento Musicale.
Il sindaco Allemano da anni lamenta, magari esagerando un po` per attirare l`attenzione, che “Saluzzo è lasciata sola a gestire un`emergenza che va inserita nel contesto epocale delle grandi migrazioni dal Sud del mondo” e quando finalmente viene il ministro, cioè la massima autorità nazionale sulla questione, spreca l`occasione. Innanzitutto non prevedendo una visita a «Guantanamo», dove centinaia di migranti da mesi vivono in condizioni estreme, poi riducendo l`incontro ufficiale a una breve passerella di tutti i soggetti istituzionali. Meno male che i migranti sono riusciti a farsi ricevere in un fuori programma durante il quale hanno letto un documento che elencava gli errori dell`amministrazione saluzzese e conteneva precise richieste per chiudere la stagione in corso e migliorare i piani per il futuro. Ma il ministro e il codazzo di sicurezza e accompagnatori avevano fretta, tanta fretta. Li aspettavano per l`aperitivo alla festa dei Giovani Democratici.
L`unica cosa che tutti hanno capito è che siamo in campagna elettorale ed era più importante lamentare l`assenza degli avversari politici della provincia e della regione (a guida leghista) piuttosto che elaborare ipotesi di intervento concrete. E il sabato successivo arrivano le tende al Foro Boario, 20 tende blu da 12 posti ciascuna gentilmente fornite dal Ministero dell`Interno, molto simili a quelle giunte a Rosarno la primavera scorsa, a fine stagione anche lì. Il sindaco si fa intervistare in maniche corte in una splendida giornata di sole indaffarato a dare una mano ai volontari durante il montaggio: “Siamo a metà settembre, le temperature si abbassano. Vogliamo che questi uomini possano portare a termine la loro permanenza in sicurezza e partire da Saluzzo asciutti”.
I posti non bastano per tutti, i migranti sono “obbligati” a trasferirsi nelle tende e a sottoscrivere l` impegno di lasciare Saluzzo entro il 20 ottobre (la solita ossessione per le scadenze: quando vi diamo qualcosa, in cambio voi vi dovete impegnare ad andarvene il più presto possibile). Sorpresa! “Il sindaco ha detto che quello che loro possono fare per noi è questo: niente!”, dicono i migranti domenica 15 settembre “Nelle tende non c`è niente, fa freddo dentro, non c`è la luce. Siamo venuti, poi faceva freddo e siamo scappati, qualcuno piangeva. Non si fa così. I carabinieri ci hanno anche detto che se noi tornavamo di là (a Guantanamo) non ci davano più il permesso di soggiorno in Italia”.
Le tende per mettere i migranti «in sicurezza» non avevano alcun telo per terra, alcun rivestimento, oltre a essere sprovviste di brande, materassi e coperte. Ancora una volta i migranti si ribellano, nelle tende non ci vogliono stare in quelle condizioni, stanno meglio nelle capanne che hanno costruito durante l`estate. Una folta delegazione viene ricevuta dall`amministrazione e ottiene ciò che vuole. Anche per la scadenza del 20 ottobre si vedrà… Intanto le suore portano le coperte e la Caritas dei teli supplementari, le opposizioni scendono in piazza e sottopongono ai passanti ridicoli questionari al grido di: “E adesso quando se ne andranno?”