L`inchiesta – Il crimine del ministro Alfano
L`interrogazione parlamentare ai ministri dell`Interno e degli Esteri
Nonostante il freddo linguaggio da trattativa commerciale, queste 49 pagine hanno deciso dell`esistenza di centinaia di persone. Profughi copti, oppositori politici, perseguitati di ogni tipo. Perché mentre il governo di centrosinistra sottoscriveva questo documento, dimenticava che la controparte era un dittatore. Un tiranno che sarebbe stato cacciato dal suo popolo, ma che era considerato un valido interlocutore dai governi `democratici`.
Il trattato permette l`espulsione rapida di persone spesso qualificate come egiziani dopo un riconoscimento sommario. Consente procedure semplificate – di poche ore – in un paese dove l`asilo viene concesso anche dopo due anni. Dove l`identificazione negli appositi centri dura fino a 18 mesi.
L`aspetto più assurdo è che l`Egitto ha ottenuto in cambio una quota di flussi. In pratica i due paesi si scambiano migranti entrati irregolarmente (che però non possono chiedere asilo) con ingressi formalmente regolari (che però spesso sono garantiti da falsi contratti di lavoro di imprenditori italiani).
Nell`agosto del 2013, quando i centri d`accoglienza siciliani scoppiavano e le procedure erano lentissime, le espulsioni degli egiziani avvenivano in 24 ore, per circa 90 persone. Nelle strade del paese nordafricano i morti si contavano a centinaia e l`esercito proclamava lo stato d`emergenza. Il ministro Alfano applicava il trattato con la fredda determinazione burocratica che prima o poi la storia giudica come atto criminale.