Esclusivo terrelibere.org / I grillini come la Lega: sfruttano la paura xenofoba

Il candidato 5 Stelle: Roma è una kasbah, via i commercianti extracomunitari

Antonello Mangano
  Il candidato alla presidenza del primo municipio scrive su un foglio di propaganda elettorale che Roma è diventata una «kasbah» per colpa degli ambulanti extracomunitari. Il candidato sindaco dice che quelli che vendono l`ombrello per strada «sottraggono il 30 per cento di fatturato ai commercianti». Come la Lega, il movimento di Grillo sfrutta le paure della gente e indica il solito nemico: lo straniero.
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 ROMA – Una città che diventa «kasbah», mani complici e sporche, extracomunitari che vendono cibo di bassa qualità di fronte ai monumenti. Non è l’ennesimo volantino leghista ma un articolo firmato del candidato presidente del primo municipio romano, Tiziano Azzara. Candidato del Movimento 5 Stelle.

L’articolo è pubblicato su «La voce dei cittadini», foglio su quattro facciate fotocopiate distribuito come propaganda elettorale a Prati-Centro Storico, il cuore monumentale della Capitale. E se il programma ufficiale dei grillini è generico, i contenuti rivolti al potenziale elettorato non lasciano spazio a dubbi: «Una città violata da migliaia di mani complici e sporche, come quelle che stanno dietro il commercio ambulante». «Camioncini e bancarelle sono il nauseante fiore all’occhiello di questa città che vorremmo trasformare con decoro e legalità». La colpa è ovviamente degli «extracomunitari in subaffitto che vendono cibarie e merci di bassa qualità» dando «l’immagine di una Kasbah».

In una intervista concessa a «MicroMega», il candidato sindaco Marcello De Vito dichiara: «Ha presente quelli che vendono l’ombrello per strada alle prime gocce di pioggia? Sottraggono il 30 per cento di fatturato ai commercianti». De Vito, durante le primarie Pd, aveva accusato i Rom di vendere i propri voti. Dunque il «Movimento» punta sui luoghi comuni xenofobi e sulla contrapposizione tra commercianti stranieri e italiani, che attribuiscono ai migranti gli effetti della crisi.

Grillo era stato già accusato di razzismo dopo alcuni post inequivocabili. «Una volta i confini della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati» scrive contro i Rom, dopo l’ingresso della Romania nell’Unione Europea; e poi contesta la cittadinanza dei migranti nati in Italia, che favorirebbe gli xenofobi per la «paura della ‘liberalizzazione’ delle nascite»; ancora, è contro gli arrivi di stranieri: «Dove li mettiamo? Con che risorse li gestiamo? Gli daremo una casa, un lavoro?». Infine, durante uno spettacolo: «Vuoi dare una passatina a un marocchino che rompe i coglioni? Lo prendi, lo carichi in macchina, senza che ti veda nessuno, lo porti un po’ in caserma e gli dai due schiaffetti».

A Pontedera, il locale circolo aveva rifiutato pubblicamente di aderire a una manifestazione antirazzista in risposta a «Forza Nuova» affermando che dove ci sono gli immigrati «una donna non può camminare tranquilla la sera» e che gli stranieri «si stipano in appartamenti sempre più microscopici una quantità insopportabile di persone».

Tra l’altro, nelle grandi città, anche gli italiani precari tendono a condividere appartamenti e a volte anche stanze. Ma lo chiamano «cohousing» e nessuno sognerebbe di associare la propria condizione a quella dei degradati «extracomunitari».

Nel celebre articolo pubblicato dopo la vittoria elettorale, i Wu Ming avevano definito «di destra» il partito di Grillo perché contrapponeva un «noi» a un «loro». E «loro» sono sempre esterni. E sono arrivati a contaminare la nostra purezza. Era quello che diceva la Lega. Due giorni fa è stato arrestato – per voto di scambio in un`inchiesta di mafia – un sindaco del palermitano che si era candidato alle ultime politiche nazionali sotto il simbolo di Alberto da Giussano.

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