Bengasi – La notte dell`attacco mortale contro il consolato degli Stati Uniti in Libia, quando perse la vita l`ambasciatore USA Christopher Stevens, un commando di militari è stato inviato dall`Europa. CBS News rivela che lo scorso 11 settembre il gruppo di uomini è passato dalla base di Sigonella, in Sicilia. Il gruppo, conosciuto come Forza “In extremis” è stato progettato specificamente per la reazione rapida alle emergenze impreviste. Ma i funzionari americani dicono che è arrivato dalla Sicilia ad attacco finito. I funzionari USA rivelano che, anche se la squadra fosse stata pronta in tempo, la confusione su ciò che stava accadendo a Bengasi – e le preoccupazioni del Dipartimento di Stato sulla violazione della sovranità libica – ha reso la missione di salvataggio militare impraticabile.
Tale confusione può essere letta nei documenti del Dipartimento di Stato a partire dal giorno dell`attacco. Alle 04:05, un dispaccio ha avvertito che il consolato era sotto attacco. Quarantanove minuti dopo, un altro avviso riferiva che l`attacco si era fermato.
In effetti, l`ambasciatore degli Stati Uniti e un altro dipendente del Dipartimento di Stato erano morti e l`attacco era tutt`altro che finito. Sette ore dopo, un altro dispaccio riferiva di un attacco a colpi di mortaio e indicava una casa sicura a un miglio dal consolato, dove circa 30 americani si erano messi al riparo.