Sono nati in Italia. Rischiano l`espulsione in un paese che non conoscono (o che non esiste)

Italiani nel CIE. Da Roma a Modena

Marzia Coronati
  Nadia. 19 anni. Nata a Guidonia, in provincia di Roma. Il padre non le ha rinnovato il permesso di soggiorno e la ragazza è stata rinchiusa per due mesi a Ponte Galeria. Andrea e Senad, 22 e 24 anni. Nati in Italia. I due ragazzi, oggi nel Cie di Modena, sono figli di bosniaci ma non hanno nessuna cittadinanza. E poi ancora Mohammed, in Italia dal ’91, espulso perchè senza contratto di lavoro, anche se un lavoro ce l’aveva. Cosa sta accadendo?
Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su whatsapp
Condividi su email
Condividi su print

Ascolta la puntata di Passpartù (numero 21). A cura di Marzia Coronati (Agenzia Amisnet)

Com’è possibile essere di seconda generazione o vivere in Italia da oltre vent’anni e finire dentro un Cie? Nadia, Mohammed, Andrea e Senad sono casi estremi da risolvere individualmente o il segnale di una legge che non funziona? Andrea e Senad sono due fratelli di 22 e 24 anni, nati in Italia da genitori di origine bosniaca, non sono mai stati naturalizzati in Bosnia ma non hanno neanche la cittadinanza italiana.

Quando i genitori hanno perso il lavoro, e quindi anche il permesso di soggiorno, anche i figli sono diventati clandestini. La loro posizione è un paradosso: dovrebbero essere espulsi verso un paese che non esiste più, l’ex-Jugoslavia, oppure rimanere in Italia come clandestini.

Aggiornamento Il giudice di Pace di Modena: Andrea e Senad sono nati in Italia, niente CIE

“L’unica soluzione per loro è che il tribunale riconosca la loro apolidia, così loro potranno uscire da quel posto” spiega il loro legale Luca Lugari “il centro di identificazione ed espulsione non è il posto dove loro si dovrebbero trovare, che sono censiti in Italia e non potranno neanche essere espulsi perchè lo Stato dove sono nati, l’attuale Bosnia Erzegonvina non sa neanche chi sono. Ddi casi come il loro ce ne sono tantissimi e ne sentiremo parlare sempre più”.

Andrea e Senad non sono le uniche vittime di questa lacuna legislativa. Nadia è stata rilasciata dal Cie di Ponte Galeria, a Roma, dopo due mesi di reclusione. Nadia è nata e cresciuta in Italia, ma i suoi documenti, il giorno in cui la polizia le ha fatto un controllo, non erano in regola. “Siamo pieni di casi del genere” conferma ai nostri microfoni Giuseppe Di San Giuliano, direttore del Cie romano.

“Questo è un segnale forte di una legge che non funziona” ha detto il giornalista Antonello Mangano “che ha come conseguenza l’internamento nei Centri di identificazione ed espulsione di persone che di fatto sono italiane oppureche vivono in Italia da decenni, lavorano ma non hanno un contratto di lavoro perchè il datore non vuole pagare le tasse”

Ospiti della puntata: Jaskarandeep Singh, Antonello Mangano, Luca Lugari

 Questa storia è stata letta 4595 volte

Il libro
Lo sfruttamento nel piatto
La filiera agricola e le vite di chi ci lavora
Leggi »
Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su email
Condividi su whatsapp

Laterza editore

Lo sfruttamento nel piatto

Le filiere agricole, lo sfruttamento schiavile e le vite di chi ci lavora


Nuova edizione economica a 11 €

Lo sfruttamento nel piatto

Ricominciano le presentazioni del libro! Resta aggiornato per conoscere le prossime date