Abolita la circolare di Maroni, ora è possibile raccontare le violazioni

Appello ai giornalisti. Chiedete l`accesso nei CIE, ecco come fare

Raffaella Cosentino
  Appello per tutti i giornalisti. La circolare di Maroni che vietava l`ingresso nei Centri di identificazione ed espulsione è stata cancellata. Ora è possibile entrare e raccontare quello che succede. Costano milioni di euro, servono veramente per l`espulsione dei cittadini stranieri? Al loro interno sono rispettati i diritti umani e i diritti civili? Chi gestisce questi centri?
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Hai mai pensato di scrivere un reportage o un`inchiesta sui Centri di identificazione e di espulsione (Cie), dove vengono reclusi come in un carcere (ma fuori dall`ordinamento penale) i migranti non in regola con il permesso di soggiorno che non hanno ottemperato all`espulsione dall`Italia? Formalmente si tratta di una detenzione amministrativa, ma di fatto questi centri sono blindati più di un penitenziario di massima sicurezza. Costano milioni di euro, servono veramente per l`espulsione dei cittadini stranieri? Al loro interno sono rispettati i diritti umani e i diritti civili? Chi gestisce questi centri? 

Possiamo aiutarti ad approfondire questo tema. Scrivo a nome della campagna LasciateCIEntrare, costituita da giornalisti, politici e associazioni per superare la censura di Stato sui Cie. La campagna è nata dopo la circolare del primo aprile 2011 a firma dell`allora ministro dell`Interno Roberto Maroni che vietava a tutti i giornalisti l`accesso ai centri per migranti, sia quelli di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), sia quelli di detenzione per gli irregolari (Cie), con la motivazione che la stampa è un intralcio.

Nata da un appello di giornalisti, la Campagna si è estesa alla politica e alla società civile, supportata dalla Federazione nazionale della Stampa (Fnsi) e dall`Ordine nazionale dei giornalisti. Il 25 luglio 2011 davanti a Cie e Cara di tutta Italia, ci sono stati presidi e mobilitazioni di giornalisti e autorità contro questo divieto. 
Il 2011 si è chiuso con un importantissimo successo: siamo riusciti a ottenere dal nuovo ministro dell`Interno Anna Maria Cancellieri, il ripristino dell`autorizzazione all`accesso dei giornalisti, previo accordo con la prefettura competente. Ora però crediamo che la nostra battaglia per i diritti umani di tutti (italiani e stranieri), debba continuare. Per questo ci appelliamo alla responsabilità dei giornalisti, al nostro dovere di informare, nel continuare a parlare dei Cie all`opinione pubblica che spesso ne ignora perfino l`esistenza. 
INCONTRO DI APPROFONDIMENTO. Per aiutarti stiamo organizzando incontri di approfondimento con giuristi e legali in diverse città. Il prossimo sarà a Roma lunedì 30 gennaio 2012, presso la FNSI, dalle ore 10.00 alle ore 13.00.
COME SI ENTRA IN UN CIE? Ecco tutte le informazioni. Possiamo anche coordinare le visite dei giornalisti con ispezioni di parlamentari.
DOVE SONO I CIE? Questi sono quelli ancora attivi, la lista sul sito del ministero dell`Interno non è aggiornata:
Bari-Palese, area aeroportuale – 196 posti 
Bologna, Caserma Chiarini – 95 posti 
Brindisi, Loc. Restinco – 83 posti 
Catanzaro, Lamezia Terme – 80 posti
Gorizia, Gradisca d’Isonzo – 248 posti
Milano, Via Corelli – 132 posti
Modena, Località Sant’Anna – 60 posti
Roma, Ponte Galeria – 360 posti
Torino, Corso Brunelleschi – 180 posti
Trapani, Serraino Vulpitta – 43 posti
Trapani, loc Milo – 204 posti
Infine, ecco un esempio delle cose che possono succedere un Cie, alcune storie relative solo al 2011: 
Una ragazza bolognese di 14 anni è stata reclusa per sbaglio.
La storia di Adama, che ha denunciato le violenze da parte del compagno e invece di essere protetta è stata rinchiusa nel Cie di Bologna.
La storia che ha fatto il giro del mondo: Winny e Nizar. Lui tunisino rinchiuso nel Cie (ora dismesso) di Trapani Chinisia (costruito su una pista dell`aeroporto) e la moglie olandese incinta che cerca di liberarlo (Nizar aveva un visto Schengen e non doveva stare in un Cie).

L`inchiesta di terrelibere.org. “Crudeli, costosi, inutili“.

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