I casi di Firenze e Torino alimentati da stereotipi e ostilità contro rom e ambulanti

Lega e dintorni. L’imprenditore politico del razzismo

Walter Peruzzi
  L`assassinio degli ambulanti senegalesi a Firenze e il pogrom contro un campo rom a Torino (del quale il governatore Cota non pare essersi accorto) spingono a interrogarsi su chi sono, come mai proliferano in rete e sul territorio, e grazie a quali complicità, gruppi razzisti di stampo neonazista. Ma non si deve dimenticare l`incoraggiamento che dà loro il razzismo “popolare” alimentato dalla Lega Nord.
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Pregiudizi, stereotipi insultanti e ostilità contro «zingari» e vu cumprà sono motivi costanti della propaganda e delle iniziative violente della Lega, che su questo ha costruito le sue fortune elettorali. Già dal 1993, per esempio, i leghisti di Verona facevano volteggiare sul lago di Garda, a sostegno degli albergatori, aerei con lo striscione: «Abusivi ambulanti rovina dei commercianti». Innumerevoli da allora le “cacce” agli abusivi, sulle spiagge e nei luoghi turistici soprattutto. E ancora dopo le elezioni amministrative del 2010 «sono scese in campo a Bibione (Venezia) le prime pattuglie della polizia provinciale di Venezia contro i vu´ cumprà… volute dalla nuova presidente… la leghista Francesca Zaccariotto» (il Gazzettino).

Le campagne contro i rom sono poi un mantra della Lega. Il meneghino Salvini le ha fomentate col ricorso ai topoi dell’immaginario nazista (“gli zingari sono più pericolosi dei topi perché più grossi”). Al sindaco di Verona Tosi sono costate una condanna definitiva per idee razziste. Il prosindaco di Treviso Gentilini si è vantato in pubblici comizi di aver distrutto due campi nomadi. Nel paese di Opera (Mi) un assalto finito con l’incendio e lo sgombero violento di un campo è servito al  leghista Fusco come biglietto da visita per diventare sindaco. Il deputato leghista piemontese Cavallotto ha elogiato la recente alluvione, causa di devastazioni e morti nel nord-ovest, perché ha provocato lo «sgombero del campo nomadi abusivo sul Lungo Stura Lazio». Un degno prologo al pogrom di Torino sopra citato. E potremmo continuare.

Per non dire della miriade di iniziative vessatorie contro i  migranti nei comuni targati Lega o l’indecente solidarietà ideologica «al netto della violenza» manifestata allo stragista norvegese da Borghezio.

Le leggi-vergogna

Ma un clima favorevole alle violenze razziste lo si è incrementato anche istituzionalizzando il razzismo, cioè facendone legge dello stato con il rilevamento delle impronte ai bambini rom, l’introduzione del reato di clandestinità, il varo del pacchetto sicurezza, i respingimenti in mare, la creazione di veri e propri campi di concentramento (CIE). In una parola, con le leggi-vergogna di Maroni, auspice il governo PdL-Lega, che ha anche garantito l’impunità ai gruppi neofascisti e neonazisti sviluppatisi alla sua ombra mentre rifiutava  la cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia: una legge contro cui la Lega minaccia «barricate»  in nome della Costituzione, che calpesta ogni giorno invocando la secessione.

I gesti e le parole di partecipazione al lutto per i senegalesi assassinati da parte del cattolicissimo ministro Andrea Riccardi, la condanna del pogrom di Torino o gli appelli alla “riconciliazione” sono apprezzabili e non ipocriti solo se il ministro e il suo governo sapranno utilizzare i giorni in cui la Lega sta lontana dalle amate poltrone e si trastulla in sceneggiate contro le politiche antisociali promosse fino all’altro giorno, per cancellare tutte le  leggi-vergogna e avviare una diversa politica sull’immigrazione. E anche per sciogliere, conformemente a quanto prevede  la Costituzione, associazioni e partiti (non la sola Lega) che fanno del razzismo la loro bandiera.

Ma purtroppo par lecito dubitare che si farà qualcosa in questo senso da parte di un governo che si è mostrato finora preoccupato di operare in sostanziale continuità con quello passato, salvaguardando le antenne di Berlusconi, i taxisti, i farmacisti, il Vaticano e le grandi fortune: tutto, insomma, esclusi i diritti dei pensionati e dei lavoratori.

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