E’ colpa del mercato, dei grandi gruppi, del governo della destra e degli italiani che non leggono. La gravissima crisi dell’editoria (e in particolare della piccola editoria) sembra determinata da fattori esterni. Secondo il tipico costume italiano non si affrontano i problemi interni. Modelli e comportamenti ai confini della cialtroneria. Spocchia e ipocrisia. Truffe mascherate da operazioni culturali. Un sistema distributivo ambientalmente insostenibile e logisticamente folle. Una gestione degli autori al limite della circonvenzione d’incapace.
E il libro dov’è?
Il libro diventato un oggetto marginale. Prima di lui ci sono i corsi per diventare scrittore, le fiere e i saloni, le copie stampate grazie all’assegno staccato dall’autore, quelle adottate dal professore amico, le presentazioni di testi agghiaccianti organizzate per compiacere l’autore-pollo (quello dell’assegno).
Una piccola casa editrice è tipicamente un professore in pensione e una giovane segretaria in nero (formalmente stagista). Un avvocato (o un farmacista o un insegnante) frustrato che viene a presentare la sua opera (poesie; un romanzo autobigrafico; una silloge di racconti) dopo una serie incalcolabile di rifiuti. Un contratto capestro che in sostanza prevede che i costi di stampa più un sostanzioso margine siano a carico del pollo. Una presentazione che diventa una cerimonia piccolo-borghese (il tavolo con le hostess; il rinfresco; un pianoforte che accompagna il reading; il saluto dell’assessore; il giornalista che modera; i parenti in prima fila col vestito buono).
Una montagna di carta buttata, la maggior parte finirà al macero, e una proposta culturale di valore pari a zero. Ma lo fanno tutti. Alcuni perché cialtroni al 100%, altri per finanziarsi libri dal mercato nullo. Stesso discorso per la maggior parte delle fiere del libro (spesso il costo dello stand supera abbondantemente il venduto) e per i corsi per aspiranti scrittori o per le agenzie letterarie. La frustrazione diventa business, il narcisismo assegno, il libro – come sempre – rimane sullo sfondo. L’obiettivo è pubblicare, non scrivere qualcosa che abbia un senso e un lettore. Allora torniamo al rispetto per il lettore, all’amore per i contenuti.
Maledetto conto vendita
E poi la distribuzione. Il meccanismo del conto vendita è molto semplice: i libri sono depositati presso la libreria, che paga solo il venduto e restituisce tutto il resto, dopo un mese o cinque anni. Questo sistema è un disastro per tutti. Gli editori non sanno se sono milionari o falliti (possono scoprirlo improvvisamente appunto dopo cinque anni), gli scaffali delle librerie si riempiono di roba inutile. Non c’è nessun incentivo alla selezione o alla promozione (tanto non si rischia nulla).
Se un sistema non funziona deve essere cancellato. Un meccanismo malato favorisce il proliferare dei cialtroni. Nel corso degli anni abbiamo incontrato librerie che non pagano le fatture dopo anni di solleciti, enti pubblici che lamentano la scarsità di fondi (e quindi non pagano), distributori semplicemente ladri che non restituiscono l’invenduto.
Poi ci sono quelli che chiudono dichiarando il fallimento, e si riciclano sotto altro nome. Lasciano una scia di debitori furiosi, meriterebbero una black list e l’isolamento socio-economico. Invece ripartono con una nuova ragione sociale e la medesima spocchia. Contano su una inspiegabile omertà e sull’ipocrisia di questo strano mondo.
Per fortuna il libro cambia. Pochi colgono il fascino di una nuova sfida, troppi la paura del cambiamento. Oggi non sappiamo cos’è il libro elettronico. Per tanti è squallidamente l’occasione per risparmiare sui costi di stampa.
In ogni caso può risolvere il problema della distribuzione, della diffusione, delle mediazioni, dell’invenduto e dei pagamenti che non arrivano mai. Delle rese e del macero. Di montagne di libri trasportati in giro per l’Italia e destinati in breve tempo a fare un percorso inverso per poi essere distrutti.
Per anni si è individuato il principale ostacolo nello schermo che “stanca l’occhio”. E’ arrivata la tecnologia eInk, che simula perfettamente la carta. Poi iPad stravolge tutto. Con Kindle color anche Amazon riconosce che lo strumento per leggere i libri elettronici è il tablet con schermo a colori vivi e multifunzione, non una tavoletta in bianco e nero dedicata a un solo uso. Se la partita è chiusa, allora il libro elettronico destinato al tablet sarà qualcosa di diverso dalla semplice riproduzione su schermo del file destinato alla tipografia. Sarà probabilmente multimediale e progettato in maniera differente. Anche le prime automobili erano semplicemente carrozze senza cavalli e col motore a scoppio davanti. Adesso siamo in quella fase.
La nostra proposta
Partiamo dal libro elettronico e non da quello cartaceo (di solito si fa il contrario).
A) I nostri eBook sono distribuiti:
1) su terrelibere.org (pagamento con carta di credito o cellulare, consegna immediata)
2) su Ultima Books anche a noleggio
3) sul circuito nazionale (Feltrinelli, Rizzoli, IBS, MediaWord, etc.)
4) sul circuito internazionale (Amazon Kindle)
B) In base alle richieste il libro elettronico viene stampato in digitale (“Carta elettrica”) e distribuito:
1) direttamente da terrelibere.org, tramite pagamento con carta di credito, bonifico, conto corrente postale e spedizione
2) da circuito web nazionale (IBS, Feltrinelli, Webster, etc.)
3) da circuito librerie partner (acquistano il libro con lo sconto del 50%)
Quindi il libro utilizza tramite il circuito delle presentazioni (C). In due anni oltre 200 incontri in tutta Italia, molto più che i grandi editori. Un rapporto concreto con le persone e un’occasione di distribuzione diretta.
Infine il rapporto con l’autore. Siamo gli unici a consegnare una password con cui i nostri autori possono verificare il venduto e il diritto d’autore maturato. Speriamo nel principio per cui `la moneta buona scaccia quella cattiva`.
E quindi che la trasparenza cancelli i truffatori. Pensiamo che sia necessaria una scossa e non un eterno piagnisteo o una ricerca di responsabilità esterne. Infine, un piccolo appello: non lasciate i libri nelle mani della borghesia, nelle librerie della borghesia, luoghi mortuari. Energie, cultura e innovazione non stanno lì, tra luci soffuse e note di pianoforte. Portate i libri fuori dalle librerie.