Il tavolo della Prefettura di Reggio Calabria

Piano antimafia? No, corsi di formazione. La pessima partenza del Ponte

Raffaella Cosentino
  Un tavolo in Prefettura per la prevenzione antimafia del Cantiere di Cannitello diventa il luogo per organizzare corsi professionali per 1600 persone, `in vista del Ponte`. L`assessorato al Lavoro aveva proposto un accordo prima dell`approvazione del progetto definitivo. Il reclutamento della manodopera doveva passare dalle liste dell`Azienda Calabria Lavoro e favorire i reggini.
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Pubblicato su Repubblica.it

Corsi di formazione per lavorare alla costruzione del Ponte sullo Stretto per 1600 persone con la clausola di favorire “l`occupazione di personale residente sul territorio della provincia Reggina e subordinatamente della Regione Calabria”. E` quello che aveva proposto l`assessorato regionale al Lavoro ai sindacati e alle società Stretto di Messina ed Eurolink in un incontro dello scorso 15 marzo in prefettura a Reggio Calabria, rilanciando il piano a fine giugno con una convocazione nella sede dell`assessorato a Catanzaro. 

Pur non sapendo che tipo di ponte veniva ideato, perché ancora non c`era l`approvazione definitiva del progetto da parte del Cipe (avvenuta il 2 agosto, ndr.), la Regione si impegnava a finanziare con fondi europei e nazionali i corsi per manodopera specializzata e non. Il tavolo in prefettura era stato convocato per monitorare i flussi di manodopera del cantiere di Cannitello in applicazione di un protocollo antimafia. Invece, l`assessorato, chiedeva un `addendum` all`intesa sulla legalità. Quattro fogli e quattro articoli per impegnare Eurolink “ad assumere almeno il 40% di tale bacino di lavoratori specializzati” sulla base delle liste stilate con i corsi di formazione regionali, effettuati tramite Azienda Calabria Lavoro. 

“La Eurolink e la Società Stretto di Messina si impegnano ad assumere, esclusivamente attraverso il sistema sopraindicato, le maestranze occorrenti alla realizzazione dell`opera, nella misura non inferiore all`80% del totale” si legge nel documento che ha ricevuto un no secco da parte di tutti i sindacati. “Abbiamo rifiutato di sottoscriverlo perché era anomalo, il reclutamento di manodopera edile non lo fanno le regioni  –  spiega Luigi Veraldi, segretario regionale Fillea Cgil  –  da più di 60 anni c`è una formazione bilaterale condivisa da aziende e organizzazioni sindacali e poi ci sono gli uffici territoriali per l`impiego”.

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