In Calabria la raccolta delle arance è ancora emergenza

Rosarno, per i migranti di nuovo i container o casolari diroccati

Raffaella Cosentino
  Tra un mese ricomincia la stagione delle arance ma ci vorranno anni per realizzare i progetti residenziali per i lavoratori stagionali tra beni confiscati e case popolari. Intanto la città del porto con fondi Ue avrà piscine e campi da tennis.
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ROSARNO (Rc) – Tra un mese ricomincia la stagione delle arance ma soluzioni abitative stabili per i lavoratori migranti non si vedranno prima di molti anni. L’anno scorso soltanto i migranti regolari sono stati ospitati in un campo container, mentre i lavoratori senza permesso di soggiorno si sono sparpagliati e nascosti nei casolari diroccati nelle campagne della Piana di Gioia Tauro. Qualcuno ha affittato dei tuguri nel centro abitato pagando per case fatiscenti e sovraffollate.  I progetti abitativi da milioni di euro per ora non sono partiti.
Nel sito dell’ex Beton Medma, un bene confiscato alle ‘ndrine, neanche una pietra per la costruzione del ‘Villaggio della solidarietà” finanziato con due milioni di euro del Pon Sicurezza. Ancora non è stata aggiudicata la gara di appalto, la stazione unica appaltante provinciale sta facendo i controlli antimafia, dopo la gara fatta il 13 maggio scorso e l’esclusione delle prime due imprese vincitrici per irregolarità contributive. Al momento si sta vagliando la terza classificata, un’impresa di Vibo Valentia. Quando inizieranno i lavori, serviranno quasi altri due anni per portarli a termine.
 Alcuni giorni fa è stato firmato un protocollo d’intesa con il governatore Giuseppe Scopelliti per finanziare con tre milioni di euro edilizia sociale per i migranti con fondi per l’inclusione sociale. L’obiettivo è realizzare 34 case popolari in tre luoghi diversi di cui uno  è un terreno confiscato. Ma dalla Regione ancora non sono arrivati i 25mila euro della protezione civile per il campo container dell’anno scorso, che servono a ripagare i lavori di allaccio idrico e fognario fatti dal Comune e i 15mila euro per l’associazione che ha gestito la struttura da febbraio ad aprile del 2010. L’anno scorso il campo fu aperto in ritardo, particamente a stagione di raccolta conclusa. “Ora ci stiamo attivando per riaprirlo – dice il sindaco Elisabetta Tripodi – ma ci serve l’autorizzazione per il terreno e per l’uso dei container della protezione civile, anche se non penso ci saranno intoppi. I container sono rimasti là, spero di poter ripetere l’esperienza e il presidente Scopelliti ha confermato l’aiuto economico regionale”.
 
Nel frattempo, si muove ciò che non riguarda i migranti. Sull’area dell’ex baraccopoli della Rognetta, rasa al suolo dalle autorità dopo gli scontri del 2010, i lavori sono in corso per un’area di servizi e verde che prevede un anfiteatro e una tensostruttura per attività sportive. Ad agosto sono arrivati 16 milioni di euro di finanziamento destinati a Rosarno su 42 complessivi per i tre comuni del porto, con Gioia Tauro e San Ferdinando. “I primi cinque milioni complessivi devono essere spesi entro dicembre sennò perdiamo i fondi europei – spiega il primo cittadino di Rosarno – la sfida di questi mesi sarà realizzare queste opere”. Una cittadella dello sport, piscina, campi da tennis, la demolizione e ricostruzione dell’ex cinema Argo, la riqualificazione di percorsi pedonali, il terminal dei bus per collegare la stazione ferroviaria con il porto. Ma per i migranti, al massimo, ci saranno i container.

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