Il giudice di Pace di Agrigento ha accettato il ricorso contro il decreto di espulsione e lo ha annullato con un’ordinanza, restituendo in termini legali la libertà a Nizar, 29enne di Sousse, in Tunisia che è sposato con una cittadina olandese, Winny, di 23 anni e al settimo mese di gravidanza, in attesa del loro primo figlio.
La loro storia, raccontata da Fortress Europe e dalla giornalista olandese Hedwig Zeedijk, è un caso simbolo dell’inaccessibilità dei Centri di identificazione e di espulsione e delle violazioni del diritto internazionale che si consumano all’interno. Nizar e Winny si erano conosciuti in Grecia mentre lei era in vacanza e lui lavorava in un villaggio turistico. Colpo di fulmine e matrimonio lampo, i due giovani si sono trasferiti a vivere in Tunisia. Ma sulla coppia si è abbattuta la rivoluzione e lei, incinta, è fuggita dal paese, mentre lui non è riuscito a raggiungerla per cui alla fine si è imbarcato su una nave per Lampedusa.
Messo piede in Europa, per Nizar l’incubo non è finito, è diventato più cupo. Detenuto a lungo prima sull’isola, nel centro di contrada Imbriacola, dove ha subito anche un pestaggio, e poi in quello di Trapani Chinisia, il giovane tunisino in attesa di diventare padre non riusciva a vedere sua moglie. Lei si è sentita male durante una visita al campo ed è stata ricoverata in ospedale. A quel punto, Nizar è scappato dalla tendopoli per stare con lei ma si è nuovamente dato alla fuga braccato dagli agenti. Anche Winny è stata portata in Questura e minacciata di una denuncia per favoreggiamento e resistenza, ma poi rilasciata.
Infine, è ripartita per Eindhoven senza di lui. “La moglie ha portato l’album di foto del matrimonio, i documenti, l’atto di matrimonio ufficiale, il passaporto di lui e un visto Schengen ma in due mesi non sono riusciti a fare capire alle autorità che lui aveva pieno diritto di arrivare in Europa, ci sono altri casi così, sinceramente mi sono spaventata” racconta la cronista olandese Hedwig Zeedijk. E’ l’autrice dell’articolo “Winny tornata in Olanda senza Nizar – L’Italia tiene suo marito tunisino in una tendopoli” pubblicato su Algemeen Dagblad il 29 giugno. Dopo l’eco internazionale del caso, con un avvocato olandese che ha denunciato l’Italia, arriva finalmente la decisione del giudice di pace di Agrigento che accetta il ricorso di Nizar contro la prefettura e la questura di Agrigento.
All’udienza non si è presentato nessuno per conto del prefetto. L’ordinanza stabilisce che l’espulsione è illegittima perché Nizar era in possesso di un visto Schengen e quindi poteva circolare liberamente in Europa in quanto sposato regolarmente con una cittadina olandese. La sentenza è stata depositata il 30 giugno. A quel punto Nizar era già fuggito dal Cie di Chinisia, gestito da Connecting People e costruito con un muro di cinta fatto di container sovrapposti uno sull’altro. Dove sia, nessuno lo sa, per ora nemmeno la moglie.