MINEO – “Nella giornata mondiale del rifugiato, i richiedenti asilo di Mineo questa mattina hanno manifestato di fronte al Residence degli aranci e sulla statale Catania-Gela. Il violento intervento di polizia e carabinieri ha causato 5 feriti fra i dimostranti. Due di loro sono ricoverati a Caltagirone e a Catania”, sostiene la della Rete antirazzista catanese. Gli incidenti sono documentati dalle fotografie in basso.
Alle 13 i manifestanti hanno occupato nuovamente la statale. A questo punto è arrivato l`intervento di polizia e carabinieri. La protesta di oggi segue quelle del 10 maggio, quando a protestare erano stati soprattutto asiatici, e del 6 giugno. Allora come oggi i manifestanti erano in prevalenza africani.
I comunicati delle agenzie di stampa continuano a parlare di `presunti ritardi`. Ma cosa succede realmente a Mineo? “Persone dalle provenienze più diverse, come nigeriani, pakistani, eritrei, afghani, che avevano già inoltrato da mesi la loro istanza di protezione internazionale. Attendevano da un giorno all`altro l`audizione e la decisione sulla loro richiesta, quando sono state deportate a migliaia di chilometri di distanza, senza che a Mineo giungessero tempestivamente le relative documentazioni e senza che nel “Villaggio degli Aranci” fosse istituita una commissione territoriale che esaminasse le domande di asilo”, denuncia Fulvio Vassallo dell`ASGI. “Dopo la tardiva costituzione della Commissione territoriale, i tempi di esame delle domande di asilo sono sempre più lunghi, e al ritmo attuale di dieci-quattordici casi a settimana ci vorranno anni prima che tutte le persone rinchiuse a Mineo possano avere una risposta”.
La rete antirazzista denuncia che “nonostante la manifestazione con blocco della statale del 6 giugno, la promessa di aumentare l’esame delle domande (da 2 a 6 al giorno!) è stata disattesa. La commissione lavora al rallentatore con interpreti che ancora arrivano da Roma (nonostante la disponibilità d’interpreti di madrelingua locali) e con criteri confusi (si rispetta l’ordine cronologico di chi è arrivato prima in Italia e quindi si dà priorità a chi proviene dagli altri Cara?). Addirittura si impedisce l’accesso agli avvocati per difendere i propri assisti nel ricorso contro il rigetto”.
“In alcuni casi i documenti relativi alle procedure di riconoscimento dello status di asilo avviate in altri CARA italiani non sono mai arrivati alla Commissione territoriale. Molti di coloro che vi sono stati trasferiti dal nord Italia sono stati scavalcati da quelli arrivati dopo, che hanno avviato la procedura di riconoscimento dello status di protezione internazionale a Mineo, e questo, oltre le continue code per l`accesso ai minimi servizi ha alimentato un clima di tensione che è sfociato in risse e proteste continue”, dice ancora Vassallo.
“L’avvio del progetto Mineo ha avuto una impronta prevalentemente securitaria ed è stato accompagnato da un “Patto per la sicurezza” sottoscritto da tutti i sindaci della zona e dal ministero dell’Interno per definire quali misure attuare non solo all’interno del villaggio, ma su tutto il territorio interessato, attraverso la realizzazione di sistemi integrati di videosorveglianza e il potenziamento dei mezzi, delle strutture e dei presidi esistenti e degli uomini delle forze dell’ordine”.