In attesa della decisione della Procura di Viterbo

La madre di Attilio Manca: «La nostra casa più volte invasa da sostanze irritanti»

Corriere del Mezzogiorno
  I genitori dell`urologo trovato senza vita nel 2004, costretto ad operare Provenzano, sono convinti che l`abbia ucciso la mafia: «Dopo le nostre denunce ci hanno perseguitato». Pochi giorni fa l`ultimo caso: "La nostra abitazione è stata invasa da strane sostanze irritanti per le vie respiratorie". "Qui abbiamo trascorso la nostra esistenza, qui la mafia ci ha consegnato Attilio in una bara. Non ce ne andremo", dice Angela Manca.
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MESSINA – L`urologo Attilio Manca fu trovato morto nella sua abitazione di Viterbo il 12 febbraio 2004. Gli inquirenti sono convinti che si sia trattato di un suicidio, e per questo motivo hanno più volte chiesto l`archiviazione del caso, ma per i genitori del medico, Gianluca e Angela Manca, che di questo sono sempre stati convinti, la verità starebbe altrove. Dietro la morte di Attilio, che in passato avrebbe curato il boss, allora latitante, Bernardo Provenzano, ci sarebbe la mano della mafia. E lo dimostrerebbe anche quanto successo in questi anni ai coniugi Manca, oggi raccontato dalla signora Angela, attraverso una nota apparsa sul sito www.attiliomanca.it:

«Dopo la nostra denuncia che dietro l`omicidio di Attilio c`era la mafia e nella quale abbiamo fatto nomi e cognomi, è iniziata una vera persecuzione nei riguardi miei e di mio marito. Non solo siamo stati oggetto di insulti e di offese, rivolte anche alla memoria di Attilio, ma la nostra abitazione è stata invasa da strane sostanze irritanti per le vie respiratorie, tanto che più volte siamo finiti al pronto soccorso per gravi problemi respiratori».

Secondo il racconto della signora, anche polizia e carabinieri, dopo avere verificato la situazione, avrebbero consigliato alla coppia di abbandonare la casa, che si trova a Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese. «Abbiamo continuato a resistere, perché questa è la casa dove sono cresciuti i nostri figli, dove abbiamo trascorso gli anni sereni della nostra vita, dove la mafia ci ha consegnato Attilio in una bara, dove ci sono i ricordi di una vita».

 

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