Intervista alla BBC
Intervista a Radio24
POTENZA – Il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo interviene sul caso della Guantanamo di Palazzo San Gervasio (Pz) denunciato dal nuovo sito “RE Le Inchieste” di Repubblica-Espresso con la pubblicazione di un video choc girato dagli stessi tunisini reclusi nel Centro di identificazione e di espulsione. Le immagini hanno bucato la censura imposta dal Viminale su tutti i centri per migranti, nei quali dal primo aprile non possono entrare i giornalisti, né gli avvocati difensori. I deputati Jean Leonard Touadì e Giuseppe Giulietti hanno proposto di inviare una delegazione parlamentare al centro lucano per incontrare anche gli avvocati e le associazioni.
De Filippo (che già ieri aveva preso posizione) ha chiesto di poter visitare la struttura al prefetto di Potenza, ma nemmeno lui è stato ancora autorizzato. “E` doveroso per il ministero dell`Interno lasciare entrare la massima autorità democratica di un territorio non fosse altro perché siamo in condizioni di collaborare anche meglio se ci fanno visitare il centro e se ci parlano di più”, dice il governatore lucano, denunciando che la Regione è stata estromessa. “Non ci hanno avvisato nemmeno quando è stata allestita la prima tendopoli, il centro di accoglienza e di identificazione (Cai) – spiega De Filippo – l`abbiamo scoperto per caso, abbiamo avuto segnalazioni dal territorio che c`erano ruspe in movimento di notte in quella zona, l`evoluzione da Cai a Cie è stata fatta senza nessuna informazione, pur avendo noi ottime relazioni con il prefetto di Potenza.
La trasformazione da centro di assistenza a prigione è avvenuta nel giro di tre ore. Il 18 aprile alle ore 13 sono andati via gli ultimi tunisini che hanno ottenuto il permesso umanitario temporaneo perché sbarcati entro la mezzanotte del 5 aprile. Nella stessa giornata, alle 16 sono arrivati i primi reclusi del Cie temporaneo. Il decreto del Presidente del Consiglio che trasforma la tendopoli in Cie è stato fatto 3 giorni più tardi, il 21 aprile con effetto retroattivo. Le tende sono state circondate da una gabbia alta 5 metri e in tre giorni è stato costruito un muro alto tre. Un altro che arriva a 5 metri è quasi pronto sul retro del campo.
Tra poche settimane arriveranno in massa dal foggiano, come ogni anno, centinaia di braccianti stagionali stranieri per la raccolta del pomodoro. Fino a due anni fa erano alloggiati proprio nella struttura diventata Cie. Nel 2010 il comune la chiuse per la mancanza di norme igieniche nonostante 200 mila euro stanziati dalla Regione. Quindi, come l`estate scorsa, i braccianti decisivi per l`economia agricola del territorio, dormiranno nei casolari abbandonati e in rifugi di fortuna come `la grotta Paradiso`. A meno che non si trovi una soluzione diversa con l`incontro fra Regione e comune previsto per il 20 giugno.